Ricordate dove vi trovavate il 16 aprile 2014? Probabilmente no, ma quel giorno Google ha fatto una mossa che avrebbe cambiato per sempre il modo in cui scattiamo foto con i nostri smartphone Android. Quel giorno, infatti, il colosso di Mountain View ha rilasciato sul Google Play Store l’app Google Fotocamera, un’applicazione che avrebbe ridefinito gli standard di qualità per le fotocamere degli smartphone.

L’app di Google ha mostrato ai produttori di smartphone come dovrebbe essere realizzata un’app per la gestione della fotocamera di alto livello, con un’interfaccia intuitiva e funzionalità avanzate che, grazie a particolari algoritmi proprietari, riesce a migliorare gli scatti anche in condizioni non propriamente favorevoli.

In poco tempo, l’app Google Fotocamera è diventata l’app di riferimento per gli appassionati di fotografia mobile, al punto che molti utenti hanno cercato di installarla sui propri dispositivi anche quando non era ufficialmente supportata, ricorrendo al download dell’APK da fonti non ufficiali.

L’eredità dell’app Google Fotocamera, 10 anni dopo

A distanza di 10 anni, Isaac Reynolds, Group Product Manager per la fotocamera dei Pixel di Google, ha rilasciato un’intervista che ripercorre la storia della fotocamera dei Google Pixel e affronta le sfide e le opportunità che l’intelligenza artificiale porta con sé nel campo della fotografia mobile.

Nel corso dell’intervista, Reynolds ci ha accompagnato in un viaggio attraverso la storia dell’app Google Fotocamera, raccontandoci come, nel corso degli anni, il focus si sia spostato gradualmente dall’elaborazione delle immagini alla loro creazione e generazione. Un cambiamento che ha preso piede soprattutto a partire dal Google Pixel 6, quando l’obiettivo è diventato quello di ricreare i ricordi degli utenti, tenendo conto della soggettività della memoria umana.

A partire dal Pixel 6, si è iniziato a vedere un cambiamento dall’elaborazione delle immagini alla creazione delle immagini, alla generazione delle immagini. È un passaggio da “Rendiamo le immagini meno rumorose e più nitide” a “Ricreiamo i tuoi ricordi”, perché i tuoi ricordi sono diversi dalla realtà, e va bene così. È una questione di percezione e di umanità. Costruiamo per gli esseri umani.I tuoi ricordi sono la tua realtà. Cosa c’è di più reale del tuo ricordo di qualcosa? Se ti mostrassi una foto che non corrisponde al tuo ricordo, diresti che non è reale.

L’intervistato ritiene che il rilascio dell’app Google Fotocamera 10 anni fa abbia avuto poco significato per il suo lavoro sullo sviluppo di nuove funzionalità per le fotocamere dei nuovi telefoni Pixel. Il vero lavoro era già iniziato anni prima, quando Marc Levoy, ex Distinguished Engineer di Google, ha contribuito a mettere a punto molte delle tecniche di fotografia computazionale che vediamo oggi sui nostri smartphone.

La fotografia computazionale, ossia l’uso di software per migliorare i sensori e le lenti delle fotocamere consentendo capacità di cattura non possibili con il solo hardware, oggigiorno è diventata uno standard. Ma Reynolds ritiene che l’intelligenza artificiale e il passaggio dalla cattura alla creazione porteranno le fotocamere degli smartphone a un altro livello.

Andare oltre la fisica significa avere tutte queste capacità senza nessuna delle strane peculiarità del solo hardware della fotocamera. Se ti concentri solo sulle cose che erano risolvibili con l’hardware 50 anni fa, non costruirai la prossima innovazione. Noi puntiamo molto sulla ricerca, l’innovazione e la tecnologia, e sulla risoluzione dei problemi dei clienti e sull’essere utili. Vogliamo creare cose che si comportino come dovrebbero, come le persone vogliono che si comportino, non come le persone hanno imparato a tollerare [nelle fotocamere].

Funzionalità come Night Sight, che ha reso possibile scattare foto con dettagli visibili in condizioni di scarsa illuminazione, e Gomma Magica, che utilizza l’IA per rimuovere elementi di disturbo dallo sfondo, sono nate per risolvere i problemi reali degli utenti.

Nonostante i progressi dell’IA, Reynolds sottolinea che la fotografia computazionale non è morta e che l’IA è solo un mezzo per raggiungere uno scopo. Il suo team sta utilizzando l’intelligenza artificiale per risolvere i problemi fondamentali che le persone hanno con le fotocamere dei propri telefoni, come la cattura del momento perfetto.

Ma il futuro della fotografia mobile non si limita al semplice scatto. Secondo Reynolds, l’editing diventerà sempre più importante nel processo creativo degli utenti. Se in passato l’obiettivo era ottenere foto perfette direttamente dalla fotocamera, oggi le persone desiderano avere un maggiore controllo sul risultato finale, per poter esprimere la propria personalità e creatività attraverso le modifiche post-scatto.

Oggigiorno tutti i telefoni – una foto di base a una finestra luminosa e una scena a basso contrasto – hanno tutti un aspetto piuttosto buono. Ora le persone vedono l’editing come parte del loro processo creativo, come lasciare un segno. Ecco perché stiamo entrando anche nel campo degli editor, perché riconosciamo che mettere tutto direttamente nelle fotocamere non è più l’ideale. Le persone vogliono essere in grado di premere il pulsante in seguito per prendere la propria decisione, non perché sarebbero insoddisfatte di avere la foto direttamente dalla fotocamera, ma perché stanno mettendo più della loro vita e della loro anima in essa.

Come anticipato in apertura, l’app Google Camera, rinominata Pixel Camera lo scorso autunno, ha segnato un’epoca nella fotografia mobile, che ha spinto i produttori di smartphone Android a investire maggiormente nello sviluppo di app per la fotocamera di alta qualità. Anche se oggi l’app non è più installabile su telefoni che non fanno parte della famiglia Pixel, il suo impatto sul settore è innegabile.

Sebbene questa decisione potrebbe non influenzare direttamente il lavoro di Reynolds, per la comunità Android rappresenta la fine di un’era. Tuttavia, è importante riconoscere che la maggior parte delle fotocamere degli smartphone ha ormai raggiunto o superato Google nella fotografia computazionale, grazie anche allo stimolo involontario fornito dall’app Google Fotocamera e dal suo sviluppo continuo nel corso di questi 10 lunghi anni.

Questo dimostra come l’innovazione di un’azienda possa spingere l’intero settore a migliorare e a offrire agli utenti app sempre più avanzate. Anche se l’applicazione Google Fotocamera non sarà più disponibile per tutti, il suo lascito continuerà a vivere attraverso le eccellenti app fotocamera che i produttori di smartphone Android hanno sviluppato grazie alla sua influenza.