Torniamo ad occuparci delle politiche di aggiornamento dei vari produttori di smartphone Android, sempre più uno dei parametri chiave nella scelta di uno smartphone del robottino verde. Negli anni, i produttori hanno aggiornato le proprie politiche di aggiornamento e tra essi ce ne sono alcuni virtuosi, Samsung in primis, che hanno recentemente rivisto in meglio la propria politica di aggiornamento.

Il colosso sudcoreano, tuttavia, non è più l’unico a garantire agli utenti un supporto software monstre per i propri smartphone, con altri produttori (come OPPO e OnePlus) che hanno cercato di replicare la politica di Samsung. Quello che ci chiediamo è: come si comportano, in generale, i vari produttori Android con le politiche di aggiornamento? Scopriamolo insieme.

Google ha lavorato parecchio per rendere Android più facile da aggiornare

Per molto tempo è stato lo stesso sistema operativo Android il responsabile principale del fatto che le nuove versioni si diffondessero lentamente e che molti dispositivi venissero supportati per un brevissimo lasso di tempo.

Negli ultimi anni, Google ha fatto un lavoro enorme per migliorare Android, rendendolo meno grezzo e più facile da mantenere. Oltre a Big G, tuttavia, ci hanno messo lo zampino anche i vari produttori di dispositivi Android che, nel tempo, hanno via via migliorato le proprie politiche di aggiornamento, diventando sempre più virtuosi.

Non tutti, però. Si tratta di passi in avanti sufficienti? Per aiutarci a rispondere a questa domanda, viene in nostro soccorso un utente Reddit che si è preso la briga di elencare le varie garanzie di aggiornamento dei principali produttori del panorama Android, affidandosi a comunicati stampa e siti ufficiali.

Politiche aggiornamento produttori Android (Samsung, OnePlus, OPPO, Google)

Ciò che può colpire a primo acchito è che, mentre gli utenti più esperti siano decisamente consapevoli di questi dati, gli utenti meno avvezzi a masticare ciò che esula dal normale utilizzo di un dispositivo potrebbero non rendersi conto del fatto che la maggior parte dei produttori non soddisfino il minimo richiesto dalla politica in termini di aggiornamenti. Sono soltanto quattro i produttori che si avvicinano a quanto richiesto dalla legge.

Samsung regina degli aggiornamenti Android ma non è più sola

Scorrendo la tabella, emerge come Samsung sia la regina degli aggiornamenti, raggiunta recentemente da OnePlus e OPPO: questi tre produttori sono gli unici a garantire quattro aggiornamenti del sistema operativo (ovvero quattro ulteriori versioni di Android) e cinque anni di aggiornamenti di sicurezza (ovvero quelle patch di sicurezza che esulano dalla versione di Android).

Subito sotto, troviamo Google che offre tre aggiornamenti di Android e cinque anni di aggiornamenti di sicurezza. Chiudono il podio Xiaomi, Motorola e Realme che offrono tre aggiornamenti di Android e quattro anni di aggiornamenti di sicurezza. Via via, scendono sempre più gli anni di supporto, fino ad arrivare a ZTE che offre un solo aggiornamento di Android e un solo anno di aggiornamenti di sicurezza.

Analizzando più a fondo il contenuto nella tabella condivisa dall’utente Reddit, vanno considerati alcuni fattori: in primis, non viene fatta alcuna discriminante tra le fasce di prezzo di appartenenza dei vari smartphone (il trattamento tra un top gamma e un base gamma, ahinoi, è ben diverso in realtà); in secondo luogo, non viene fatta la distinzione tra smartphone e tablet; l’unico produttore che tratta allo stesso modo tutti i propri prodotti è Google.

Android 13 è la cartina tornasole della politica di Samsung

Un altro importante fattore che va sottolineato ma che non è preso in considerazione nella stesura di questa tabella è la velocità con cui vengono distribuiti i nuovi aggiornamenti di sistema. In questo caso, prendiamo ad esempio la distribuzione di Android 13, quella che è attualmente la più recente versione di Android.

La nuova versione del sistema operativo del robottino verde è stata distribuita ufficialmente nell’estate del 2022 e, chiaramente, i primi dispositivi a riceverla sono stati quelli a marchio Google. Ciò che, sicuramente, non vi sarà sfuggito leggendo le nostre pagine è quanto sia stata rapida Samsung ad aggiornare quanti più dispositivi possibile, tra tutti quelli compatibili presenti a catalogo, ad Android 13.

Sebbene molti produttori abbiano distribuito Android 13, almeno sui propri top gamma, già nella parte finale del 2022, altri produttori (la maggior parte purtroppo) hanno invece iniziato a distribuire il nuovo aggiornamento di sistema soltanto in queste prime fasi del 2023.

Per fare un paio di esempi di produttori non virtuosi, ci affidiamo a due nobili in declino, ovvero Nokia e Sony. Anni fa Nokia (nei primi tempi del controllo da parte di HMD Global) era in prima fila tra i produttori virtuosi mentre adesso è una copia sbiadita di ciò che era in passato. Sony, uno dei produttori Android più costosi dell’intero panorama smartphone, è sicuramente nella lista dei cattivi, sia per quanto concerne la durata del supporto (2+3) che per le tempistiche di rilascio degli aggiornamenti.

L’Unione Europea pressa i produttori per migliorare il supporto

Già dal mese di novembre l’Unione Europea spinge i produttori di smartphone, cercando di obbligarli a mantenere aggiornati i propri dispositivi per cinque anni, sia in termini di sicurezza che in termini funzionali (Samsung, OPPO e OnePlus sono quasi del tutto allineate come tempistiche).

Questo miglioramento della fornitura di aggiornamenti potrebbe configurarsi decisamente come un toccasana per i consumatori ma c’è qualche dubbio da tenere in considerazione.

Di norma, i produttori tendono ad aggiornare principalmente, inteso come più frequentemente e più a lungo, gli smartphone più costosi: che questa nuova politica obbligatoria possa decretare la fine degli smartphone Android economici?

È difficile rispondere a questa domanda ma va comunque considerato che i costi di sviluppo, in caso di supporto esteso a cinque anni, aumenteranno considerevolmente per il produttore. Solo il tempo ci aiuterà a fare chiarezza sulla situazione e a capire con quale scenario dovremo convivere, nella speranza che la questione aggiornamenti migliori per tutti.

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