Google Pixel 5a 5G è più reale che mai: lungi dall’essere stato cancellato – anzi di recente abbiamo saputo qualcosa in più sul suo SoC –, il nuovo smartphone economico di Big G ha visto il suo primo sample fotografico condiviso direttamente dalla casa madre.

Nel prendere la parola sul proprio blog ufficiale per spiegare il funzionamento dell’HDR+ with Bracketing dei Pixel, Google ha infatti pensato bene di inserire una galleria di foto sample, i dati EXIF di una delle quali ne tradiscono la provenienza.

La prima foto scattata da Google Pixel 5a 5G

I dati in questione parlano chiaramente di una foto scattata da Google Pixel 5a, uno smartphone non ancora presentato che ci offre così un primo assaggio, per giunta ufficiale, delle sue capacità fotografiche.

A rendere interessanti i suddetti dati EXIF non è comunque soltanto il nome dello smartphone, ma anche i dettagli tecnici del relativo comparto fotografico: si parla chiaramente di una foto scattata a 12,2 MP con apertura f/2,2.

Se avete seguito con attenzione le vicende dei Pixel precedenti, probabilmente questi numeri vi suonano familiari e avete perfettamente ragione: la fotocamera grandangolare di Google Pixel 5 e Google Pixel 4a 5G scatta proprio a 12,2 MP e f/2,2.

Partendo da questo assunto, potremmo presumere che anche la fotocamera principale di Google Pixel 5a sia la stessa – 12,2 MP con apertura f/1,7 e OIS – di Pixel 5 e dei modelli precedenti.

Ancora una volta, insomma, Google potrebbe aver puntato su un hardware familiare e su sul portentoso software per contenere i costi e ottenere comunque una resa decisamente soddisfacente.

Nel lasciarvi alla prima foto presumibilmente scattata da Google Pixel 5a 5G e all’immagine che ne mostra i dati EXIF non possiamo non mettervi la pulce nell’orecchio: in quest’ultima si legge anche che la foto è stata scattata in data 1 ottobre 2020. Questo vorrebbe dire che Google Pixel 5a era già in test al momento del lancio di Google Pixel 5 e Pixel 4a 5G, ma anche che quando il nuovo modello verrà ufficializzato sarà trascorso praticamente un anno da questo scatto.

HDR+ with Bracketing: come avviene la “magia” dei Pixel

Pur correndo il rischio di suonare ripetitivi, tocca ribadirlo ancora una volta: l’elemento di forza che permette ai Pixel di Google di scattare ottime foto non è un hardware da primi della classe, bensì un software in grado di fare “magie”.

Nel caso degli ultimi Google Pixel 5 e Google Pixel 4a 5G, Big G aveva introdotto due novità fondamentali: il sensore ultragrandangolare a livello hardware e la funzione “HDR+ with Bracketing” a livello software.

Nella giornata di ieri questa novità software è stata illustrata nel dettaglio dalla casa di Mountain View, che ha altresì svelato di sfruttarla per il Night Sight delle serie Google Pixel 4 e Google Pixel 4a.

Con il termine “bracketing” in fotografia si fa riferimento ad una tecnica che consiste nel mettere insieme più immagini fotografiche dello stesso soggetto catturate usando impostazioni diverse, con particolare riferimento all’esposizione.

Al momento della presentazione, Google aveva parlato di una funzione che mescolava l’HDR tradizionale con nuove tecniche al fine di risolvere il problema dell’HDR+ classico di Big G, che sottoesponeva di proposito le immagini per evitare la perdita di dettagli ma, di contro, produceva un elevato rumore nelle zone d’ombra nelle scene con un’ampia gamma dinamica.

La soluzione tradizionale a questo problema consiste nello scattare a due diverse esposizioni e nel combinarle, ma la sfida è ardua per la fotografia computazionale per due motivi:

  • la necessità di catturare frame addizionali a lunga esposizione senza prolungare eccessivamente i tempi di scatto.
  • l’esigenza di evitare artefatti da “ghosting” causati dal movimento tra i frame.

Per la funzione “HDR+ with Bracketing“, Google ha dovuto ridefinire la strategia di scatto senza sacrificare lo zero shutter lag: i frame che vengono usati per l’HDR+ sono quelli mostrati nel mirino prima dello scatto, ma per il Bracketing viene catturato un frame aggiuntivo a lunga esposizione dopo la pressione del tasto di scatto.

Questo vuol dire che tenere lo smartphone fermo per un mezzo secondo in più dopo aver scattato può concretamente migliorare la qualità della foto catturata.

Una tecnica simile è stata impiegata per migliorare la funzione Night Sight di Google Pixel 4 e 4a: al posto di unire 15 frame a breve esposizione, Night Sight with Bracketing ne sfrutta 12 ad esposizione breve e 3 ad esposizione lunga.

Nel caso dei modelli Google Pixel 5 e Google Pixel 4a 5G, infine, l’HDR+ with Bracketing viene utilizzato anche con la fotocamera principale e con gli scatti in modalità ritratto.

Per maggiori dettagli, vi lasciamo al post di Google, mentre a questo link trovate una galleria di sample.

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