Scoped Storage, o più comunemente noto come MediaStorage API, è una funzione a cui Google sta lavorando da molto tempo. Dapprima attesa al lancio su Android 10, il team di sviluppo del colosso di Mountain View ha deciso invece di posticiparla di un anno e di inserirla su Android 11. Il suo funzionamento è alquanto semplice e molto importante per la privacy degli utenti.

Un incubo per la user experience

Senza scendere troppo nei dettagli, Scoped Storage fa riferimento a una nuova struttura di autorizzazioni e permessi per tutte le applicazioni che, per un motivo o per un altro, hanno necessità di accedere a diversi livelli di memoria. Se da un lato si tratta evidentemente di un sistema pensato per tutelare gli utenti e le informazioni salvate sui propri dispositivi, in realtà sta creando non pochi problemi agli utenti che utilizzano Google Foto su uno smartphone con Android 11 che non sia sviluppato da Google.

Infatti, com’è possibile notare dalle immagini soprastanti, gli utenti su Android 11 che cercano di cancellare una foto dal proprio Google Pixel si trovano davanti ad un prompt di conferma piuttosto semplice. La porzione inferiore della UI mostra un piccolo pannello in cui l’utente può decidere o meno se inviare nel cestino foto e video. Semplice, vero?

Ma cosa accade invece se si cerca di cancellare una foto o un video da Google Foto su uno smartphone munito di Android 11 come ad esempio su OnePlus 8T? In questo caso è possibile notare la presenza dello stesso pannello di conferma visto nelle immagini qui sopra, più un ulteriore pop-up di conferma che chiede all’utente di consentire o meno l’accesso al file in questione da parte di Google Foto.

Questo doppio livello di conferma, evidentemente ridondante e tendenzialmente punitivo per quanto riguarda la user experience, è circoscritto solo agli smartphone Android 11 sviluppati da aziende OEM. Ma c’è di più: lo stesso problema non si verifica nel caso in cui si utilizzasse l’applicazione Galleria sviluppata dall’OEM.

Come riportano i colleghi di Android Police, una soluzione a questa impasse potrebbe essere quella di indicare Google Foto come app predefinita per la gestione dei contenuti multimediali, un po’ come si può fare ad esempio per i vari launcher, applicazioni di messaggistica, navigazione sul web e tanto altro.

Se siete curiosi di scoprire qualcosa in più su Scoped Storage vi consigliamo di dare un’occhiata al video sottostante.