Chi tra gli appassionati di tecnologia non si è mai lasciato sedurre dalla fattura e dalle capacità di un top di gamma? Tutti, ammettiamolo, anche se qualcuno lo farà a denti stretti. Prodotti come i recenti Samsung Galaxy Note 20 Ultra 5G, Huawei P40 Pro+ o Xiaomi Mi 10 Pro, per non parlare di veri e propri gioielli d’avanguardia come Samsung Galaxy Z Fold2 5G, sono delle sciccherie spesso con un unico, macroscopico, difetto: costano, e pure tanto.

Nell’ultimo anno l’esborso medio per portare a casa un top di gamma è cresciuto tanto da toccare vette che non solo hanno superato in molti casi la soglia dei 1.000 euro, ma persino quella dei 2.000 euro. Al momento di cambiare smartphone quindi la maggior parte degli appassionati deve moderare i sogni e rapportare le proprie esigenze alla flessibilità concessa dal portafogli: in una parola è chiamato a risparmiare.

Huawei P40 Pro+

Quando se ne presenta l’occasione sottolineiamo puntualmente che la fascia media è popolata di numerose alternative assolutamente adatte a soddisfare le esigenze del consumatore medio, e che quindi con una spesa tutto sommato contenuta ci si può mettere in tasca un prodotto capace di stare al nostro fianco quotidianamente per anni.

Il grosso degli utili delle aziende proviene dai top di gamma: prendete OnePlus, che per rimanere sul mercato con una struttura più articolata e una gamma ristretta ha dovuto alzare i prezzi, mentre al calare del target i progettisti sono costretti a compromessi maggiori per far quadrare i conti e non essere tagliati fuori dai concorrenti.

Anche le aziende quindi sono costrette a risparmiare allo stesso modo dei consumatori. Questo approfondimento nasce per tracciare una linea analizzando a grandi linee dove e come si concretizza il risparmio, e quali sono le rinunce rispetto ai grandi nomi del mercato a cui è chiamato un consumatore che valuta uno smartphone che di listino non sfora i 500 euro.

Capirete che una panoramica così ampia non può includere ogni prodotto esistente né può essere accurata più di tanto: ogni ambito ha le proprie eccezioni che cercheremo di evidenziare per quanto possibile. Volendo approfondire l’argomento, attualizzarlo e capire nel concreto quali sono le proposte e quali i prezzi migliori vi invitiamo a seguire la rubrica de I migliori smartphone e naturalmente le nostre recensioni.

Dove risparmiano quindi i produttori per lottare nei segmenti di mercato in cui i margini sono ristretti?

Materiali e finiture

Esistono parecchi medi di gamma che impiegano i materiali dei top come vetro e metallo, malgrado ad un occhio attento difficilmente possono sfuggire le rifiniture meno accurate. Al calare del prezzo, diciamo dai 250 euro in giù, la plastica ha la meglio sulle altre soluzioni con le eccezioni recenti di Google Pixel 4a (389 euro di listino) che, display a parte, è totalmente in policarbonato o di OnePlus Nord (399 euro) che se ne serve per il telaio (con conseguenze prevedibili in termini di resistenza strutturale).

OnePlus Nord

E se la plastica è una soluzione poco affascinante ma in determinati casi inevitabile per ragioni economiche, non tutti i mali vengono per nuocere: è leggera – Google Pixel 4a ad esempio supera di poco i 140 grammi – e resiste meglio del vetro alle sollecitazioni di media entità.

Infine, guardiamoci negli occhi: quanti top di gamma in alluminio o vetro vengono protetti (e mortificati) da cover in plastica economiche?

Memorie

È l’ambito in cui coloro che cambiano lo smartphone ogni due o tre anni possono soprassedere più facilmente a patto di scartare quei prodotti (pochi, per fortuna) che utilizzano memorie ROM di tipo eMMC 5.1, le uniche capaci di peggiorare l’esperienza d’uso da subito e in modo percettibile.

Sui top di gamma ci sono spesso le memorie RAM e ROM più rapide sviluppate dall’industria: su OnePlus 8 Pro ci sono ad esempio RAM LPDDR5 e ROM UFS 3.0, mentre su un medio come OnePlus Nord RAM LPDDR4X e ROM UFS 2.1, con le prime più rapide delle seconde.

La differenza prestazionale però non è tanto marcata da essere subito apprezzabile se non affiancando i prodotti, mentre la forchetta è destinata ad aprirsi quando la memoria interna è quasi satura oppure lo smartphone ha alcuni anni di servizio e quindi di usura alle spalle.

Volendo tracciare una linea, possiamo dire che allo stato attuale con RAM LPDDR4 e memorie UFS 2.0 si sta tranquilli almeno per un paio d’anni. Non fate affidamento sulle microSD per giochi e applicazioni, che non si possono trasferire: non lesinare sullo spazio di archiviazione in fase d’acquisto è fondamentale.

Prestazioni

Valgono parecchie delle considerazioni fatte in tema di memorie. Anche in questo caso con uno smartphone di fascia media si rinuncia alla potenza pura – per intenderci agli Snapdragon della serie 8 – per l’efficienza – gli Snapdragon della serie 7.

Coloro che non svolgono di frequente rendering o sessioni di gioco impegnative difficilmente avvertiranno il bisogno di maggior potenza. Per un utilizzo “generalista”, normale, come navigazione, social o streaming, il compromesso da accettare con un SoC di fascia media è spesso accettabile, soprattutto a fronte di un’autonomia maggiore a parità di batteria, ma su questo aspetto torneremo successivamente.

Display

Non troppo tempo fa avremmo aperto con i display. Gli OLED erano confinati nella “bolla dorata” dei top di gamma mentre scendendo di prezzo ci si doveva far piacere un LCD. Il mercato è cambiato e questi ultimi, ora, sono relegati nei prodotti più economici, per cui volendo risparmiare il giusto si può scegliere da un ventaglio di prodotti con display OLED che include la maggior parte dei medi di gamma.

Samsung Galaxy S20+

Anche in termini di qualità dei pannelli si è assistito a un mirabile salto in avanti, e se in passato accadeva spesso di consigliare ai consumatori di mettere mano al portafogli per acquistare un top di gamma dallo schermo migliore oggi non ci sono ragioni per farlo, specie per il fatto che i display con frequenze di aggiornamento elevate iniziano a caratterizzare anche prodotti dal costo ragionevole.

Fotocamere

Fin qui siamo arrivati senza grossi intoppi, ma di sicuro qualcuno ha predetto che in tema di fotocamere avremmo rallentato il passo. Previsione esatta: se i produttori devono tirare la cinghia, stringono quasi sempre intorno alle capacità fotografiche. Fa eccezione Google con i Pixel di fascia media come Google Pixel 3a e Google Pixel 4a che catturano foto e video allo stesso modo dei parenti al top della gamma, pur senza la polivalenza dei moduli con più di un sensore.

In tutti gli altri casi la differenza tra i medi ed i top è per lo meno apprezzabile specie al calar della luce, quindi c’è poco da girarci intorno: se si vogliono foto splendide l’unica è mettere mano al portafogli, a meno che non abbiate voglia di installare una versione mod di Google Fotocamera, argomento trattato più volte su queste pagine. Di solito la community di sviluppatori che se ne occupa realizza con solerzia dei porting per gli smartphone più in voga, e quello rilasciato per OnePlus Nord è l’esempio più recente.

In termini di audio meriti e demeriti sono da imputare alla qualità dei microfoni che su fasce inferiori alla “top” a volte lasciano a desiderare, mentre sui video è meglio soprassedere: la qualità pura è spesso modesta mentre per avere almeno una fluidità soddisfacente serve la stabilizzazione ottica, anche questa non troppo diffusa sui medi (vedi Xiaomi Mi 10 Lite 5G o Xiaomi Mi Note 10 Lite).

Vibrazione

Questo è un aspetto su cui buona parte dei clienti riesce a transigere. C’è gente però (come il sottoscritto, ndr) che una volta sperimentato il feedback aptico non tornerebbe indietro. Precisione, secchezza e intensità sono pilastri delle vibrazioni aptiche che da fuori non possono essere apprezzati appieno, ma sono capaci di fare la differenza dal momento che ce li si ritrova costantemente nel quotidiano di uno smartphone. Provare per credere.

Negli ultimi tempi non è necessario spendere troppo per sperimentare il feedback aptico: c’è OnePlus Nord che come vi abbiamo raccontato nella recensione offre una vibrazione di alto livello, e c’è anche Google Pixel 4a che addirittura non sfigura al fianco di un top di gamma. Nella fascia media è però ancora fin troppo frequente imbattersi in vibrazioni “vecchio stampo”, cioè meno raffinate. Per cui, se siete sensibili, occhio alla scelta.

Sistemi di sblocco

Da quando gli OLED hanno iniziato a popolare i medi di gamma si è assistito ad un’adozione capillare dei lettori di impronte in-display, cioè sotto lo schermo. Si tratta di una soluzione più scenografica che comoda: questo tipo di riconoscimento è in genere meno rapido di un lettore di impronte digitali fisico di ultima generazione, ma ciononostante è molto apprezzato dagli acquirenti.

OnePlus 6T lettore impronte

Per i produttori però rimane più economico un lettore di impronte fisico, che dunque continua a caratterizzare diverse proposte. Comunque questo sistema, scenografia a parte, non implica rinunce: entrambi sono molto affidabili e consentono di tenere al riparo i propri dati da occhi indiscreti mantenendo la comodità nello sblocco. I sistemi di riconoscimento del volto in 3D invece, gli unici ad offrire un grado di protezione paragonabile ai precedenti, continuano (e continueranno, ndr) a trovare (poco) spazio sui prodotti più costosi.

Audio

Per l’audio in uscita attraverso gli altoparlanti valgono grossomodo le stesse considerazioni per l’audio in ingresso attraverso i microfoni: non che ai produttori costi parecchio una capsula auricolare che faccia da secondo altoparlante, ma è uno degli aspetti tramite cui si cerca di marcare il confine tra i prodotti premium e quelli più a buon prezzo: “Vuoi l’audio stereo? Vai sul top di gamma”.

La differenza è molto spesso evidente in termini di volume e soprattutto qualitativi, con dei bassi che se stentano già su parecchi top di gamma sui medi di solito sono ancor meno presenti. Una delle poche eccezioni sulla fascia media è rappresentata da Google Pixel 4a, che durante la recensione ha messo in luce un audio (stereo) da “top”.

Connettività

Poche le rinunce al calar del prezzo. I “medi” privi di ingresso USB-C quasi non esistono più, mentre al contrario i top senza l’ingresso per il jack audio da 3,5 mm sono la nuova normalità; non ci fa piacere ripeterci, ma anche in questo caso Google Pixel 4a si distingue in positivo potendo disporre dell’ingresso per il jack a differenza di coetanei come OnePlus Nord (che non è affatto l’unico).

Per il resto i prodotti con Wi-Fi dual band, NFC, Bluetooth 5 sono la normalità in tutti i segmenti di mercato, e pure il supporto alle reti 5G inizia ad essere presente anche nelle fasce più basse. I modem inclusi nei SoC di fascia media, infine, garantiscono velocità di navigazione adeguate per un utilizzo normale: bene così.

Ricarica

In tempi recenti i produttori hanno abbandonato l’abitudine di circoscrivere ai top di gamma la ricarica rapida, così tecnologie da 20 watt a salire caratterizzano la maggior parte dei medi di gamma dai 200 euro a salire; assenza da matita blu in questo caso per Google Pixel 4a, che non va oltre i 18 watt di potenza. Meno frequente invece, per contenere i costi, che il caricabatterie veloce sia incluso in confezione, ma guardando alle ricariche lente del passato non ci si può lamentare.

La ricarica wireless rappresenta invece uno degli ami con cui i produttori issano i clienti sulla sponda dei top di gamma. È sensazione comune che per assistere ad una diffusione maggiore servirà ancora del tempo.

Aggiornamenti

Quella del supporto software è una questione di certezze: più è alto l’investimento maggiori sono le chance di ricevere due o tre anni di aggiornamenti ben cadenzati. Gli smartphone di Google sono comprensibilmente i più rapidi a ricevere patch di sicurezza e novità a prescindere dalla fascia di prezzo, ma anche Samsung e Xiaomi generalmente lavorano molto bene, mentre su Huawei pesano le incertezze provenienti dagli USA.

Per approfondire le abitudini dei singoli produttori vi consigliamo le sezioni aggiornamenti e patch di sicurezza.

Il controsenso: l’autonomia

Finora abbiamo analizzato le rinunce che generalmente si è chiamati ad accettare scegliendo un medio di gamma piuttosto che un “top”, ma c’è un ambito in cui il rapporto di forza si inverte: l’autonomia.

È inevitabile che i prodotti più costosi e dunque potenti facciano peggio dei “medi”, e lo dice la fisica: a parità di serbatoio – la capacità della batteria – un consumo maggiore da parte del motore – l’hardware – fa percorrere meno strada. Una sportiva con il serbatoio di un’auto da città si fermerà prima, così un’auto da città con il serbatoio di una sportiva andrà più lontano.

La soluzione del controsenso (solo apparente) “spendo di più per avere meno” passa unicamente da una batteria di maggior capienza, ma ciò si ripercuoterebbe negativamente sulle dimensioni rendendo i prodotti meno tascabili. Ergo, mediamente, i top di gamma continueranno ad avere un’autonomia inferiore rispetto ai prodotti meno prestanti.

Il segreto? Se la fisica non si inganna (e state pur certi che non si inganna), il trucco sta nell’individuare il compromesso individuale migliore in termini di dimensioni ed esigenze in fatto di autonomia. Potrebbe esservi utile questa guida all’acquisto in cui trovate i migliori smartphone per autonomia.

Conclusioni

Sviluppare un contenuto simile pensando che possa tener conto di qualsiasi dispositivo e che sia pure sintetico significa affrontare una sfida persa in partenza; il nostro obiettivo era piuttosto quello di fornirvi una panoramica che tenesse conto dei trend e dei modelli più in voga sul mercato: l’augurio è di aver centrato il punto.

Per entrare nel merito dei singoli aspetti ci sono gli approfondimenti e le guide agli acquisti che aggiorniamo mensilmente, quindi comunque non siete soli in una fase delicata com’è quella della scelta di un nuovo compagno di avventure.

Esistono prodotti di fascia media, come il recente Google Pixel 4a, che come avrete appurato svetta in uno o più ambiti, ma di fatto è impossibile trovarne uno che eccella in ciascuno di essi semplicemente perché sarebbe un top di gamma. In alcuni casi invece, se si pone ad esempio tra le dotazioni imprescindibili l’ingresso per il jack audio, potrebbe addirittura essere impossibile individuare un candidato.

Per cui se c’è un aspetto in particolare su cui sapete di non poter transigere valutate una delle eccezioni. Comunque, come specificato in apertura, abbiamo preso in esame prodotti entro i 500 euro di listino, ma chi conosce le dinamiche del mercato sa bene come già dopo qualche tempo dal lancio il prezzo di listino sia carta straccia.

Per cui oltre alle offerte di Amazon e delle grandi catene di elettronica valutate anche le offerte dei negozi presenti su eBay e di tutti gli store presenti in rete: è possibile che riusciate a trovare un prodotto di fascia superiore che a causa della svalutazione è finito per rientrare nel limite che vi siete imposti.

A tal scopo potete contare sull’aiuto del nostro comparatore di prezzi, nonostante vada messa in preventivo la rinuncia ad una fetta più o meno cospicua dei due o tre anni di aggiornamenti software previsti dal produttore: il countdown spesso scatta nel momento della disponibilità sul mercato.

Ogni scelta implica dei pro e dei contro: quella migliore in assoluto non esiste, esiste invece la migliore per voi. Individuarla può non essere immediato: servono riflessioni, ricerche, pazienza e un po’ di sano pragmatismo, ma una volta trovato il candidato verrete ricompensati da una gran soddisfazione.