Con l’avanzare della tecnologia, anche gli smartphone devono adeguarsi. Questa può andare a influenzare i componenti hardware, come le fotocamere o il sensore d’impronte digitali sotto al display, ma anche diversi aspetti software, fra cui il file system. Proprio quest’ultimo “componente”, nel corso degli ultimi anni, è rimasto un po’ arretrato data la grande stabilità e efficienza del ext4. Google, però, sui suoi nuovi smartphone Pixel 3 ha deciso di rischiare optando per l’introduzione del file system F2FS.

Questo file di sistema venne presentato da Samsung nel 2012 dedicato principalmente alle memorie elettroniche per l’archiviazione (flash), ma la sua adozione sugli smartphone non tardò ad arrivare. D’allora, infatti, diversi produttori, quali Motorola, OnePlus e LG, decisero di introdurlo su alcuni loro terminali, ma non riuscì comunque a prendere piede a causa dell’instabilità che portava con sé.

Adesso, a distanza di sei anni dalla sua inaugurazione, Google sembrerebbe essersi resa conto del grande potenziale del file system F2FS e, probabilmente a seguito di diversi miglioramenti, ha deciso di introdurlo sui suoi Pixel 3 e Pixel 3 XL. La sua introduzione dovrebbe comportare diversi miglioranti e nuove funzionalità che includono la registrazione multi-head, il supporto TRIM/FITRIM e prestazioni migliorate sia nell’utilizzo generale sia nelle velocità di lettura e scrittura. A seguire, ecco diversi benchmark che vedono il confronto fra le velocità di Pixel 2 XL e Pixel 3 (ext4 contro F2FS):

Google ha puntato molto sul software su questi nuovi smartphone, partendo dagli algoritmi per la fotocamera fino al sistema operativo. Adesso non ci resta che provarli per scoprire se verranno veramente il prezzo a cui sono stati proposti. E voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere nel box dei commenti!

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