Google ha deciso di operare un rebrand della sua intera lineup di prodotti dedicati all’advertising: Google Ads prende il posto di AdWords. L’annuncio è arrivato questa mattina nel corso di una conferenza stampa dedicata, nella quale è stato spiegato come una simile operazione sia legata ad esigenze di semplificazione.

In particolare, Sridhar Ramaswamy, Senior Vice President della divisione Ads & Commerce di Google, ha preso la parola al fine di spiegare questa scelta strategica di Big G. La decisione è figlia dei numerosi feedback che il colosso di Mountain View ha raccolto negli ultimi anni a proposito della pletora dei suoi prodotti e brand legati all’advertising, formatasi in larga parte tramite acquisizioni, e del rischio di generare confusione tra gli advertisers. La finalità di quest’opera di rebranding, peraltro, traspare chiaramente dal titolo del post che lo stesso dirigente ha pubblicato sul blog ufficiale di Google: “Introducing simpler brands and solutions for advertisers and publishers.”

Google Ads

This is a primarily a name change, but it is indicative of where we have been directing the product for the past few years”, ha dichiarato Ramaswamy. Il quale ha poi aggiunto che l’operazione chiarisce anche “where we want the product to go.” 

Non si tratta, quindi, soltanto di un cambio di nome, ma di una più complessa riorganizzazione: adesso tutti i prodotti di Google legati all’advertising vengono raggruppati sotto tre brand principali. Prima di tutto, quello che finora è stato conosciuto come AdWords ora diventa Google Ads che, secondo quanto affermato da Sridhar Ramaswamy, andrà a ricoprire il ruolo di “the front door for advertisers to buy on all Google surfaces”, che si tratti di Ricerca, display ads, video YouTube, ads per app presenti nel Google Play Store, elenco dei luoghi in Google Maps e non solo.

In questo caso ci troviamo di fronte a ben più di un semplice cambio di denominazione, tant’è che Google dà anche vita a qualcosa che chiama Smart Campaigns, che ben presto diventerà la modalità predefinita per gli inserzionisti. Questo strumento consente agli advertisers che se ne servano di identificare le azioni a cui stanno dando la priorità (che si tratti di chiamate telefoniche, visite ad uno store o acquisti), dopodiché sarà Google Ads, grazie al machine learning, ad occuparsi di ottimizzare le immagini, il testo ed il target per favorire un aumento delle azioni in questione.

Google Marketing Platform

Il secondo brand di riferimento è Google Marketing Platform, che nasce dalla combinazione di DoubleClick Digital Marketing e Google Analytics 360, vale a dire gli strumenti di analisi di Big G per i marketer. Sotto questo nuovo major brand confluisce anche un nuovo prodotto appena annunciato da Google e denominato Display & Video 360, il quale combina alcune feature da DoubleClick Bid Manager, Campaign Manager, Studio and Audience Center.

L’amministratore delegato delle piattaforme di Google Dan Taylor ha dichiarato che Google Marketing Platform costituisce la risposta ad una crescente richiesta di collaborazione ed ha menzionato l’esempio di Adidas, la quale si è servita della piattaforma “to bring its brand and performance marketing teams together with the measurement team.”

La Google Marketing Platform comprende anche un nuovo Integration Center, grazie al quale i marketers possono possono scoprire i vari modi in cui poter connettere i propri Google tools. Si parla di integrazione all’interno dell’intera piattaforma Google, ma Taylor ha confermato comunque una certa apertura all’interoperabilità verso l’esterno.

Google Ad Manager

Il terzo major brand è Google Ad Manager, una piattaforma che riunisce gli strumenti di monetizzazione di Google per i publishers, ossia DoubleClick Ad Exchange e DoubleClick for Publishers. In questo caso si tratta soltanto della conclusione di un processo di avvicinamento in corso ormai da circa tre anni. “These categories have just been breaking down for a while — all of our publishers already log into one user interface”, ha dichiarato Jonathan Bellack (director of product management for publisher platforms), sottolineando come l’unica reale novità sia rappresentata dal nuovo logo.

L’operazione complessiva porta anche ad un risultato che Ramaswamy ha definito “agrodolce”, ovvero la sparizione del brand DoubleClick. D’altro canto, sebbene non fossero al centro degli annunci odierni, i brand AdSense e Admob restano al proprio posto. Il roll out del rebrand dovrebbe partire a luglio e non richiederà alcuno sforzo da parte degli utenti: “The look and feel is going to change a little bit“, ha dichiarato Taylor, “but the core functionality is not changing.”