Mancava solo Wind Tre all’appello lanciato nei gironi scorsi dall’Antitrust, che aveva richiamato all’ordine le compagnie telefoniche accusandole di aver creato un cartello per mantenere i privilegi economici acquisiti con l’invenzione della fatturazione quadri settimanale.

Dopo Vodafone, l’unica ad aver di fatto cancellato gli aumenti, e TIM, che ha ritoccato al ribasso (0,4%) gli aumenti, tocca a Wind Tre che fa marcia indietro (si fa per dire) e propone una soluzione diversa dagli altri operatori, almeno per quanto riguarda l’operatore Tre. Pur mantenendo l’incremento del 10% delle soglie, sempre nel caso di rimodulazioni (che non colpiscono attualmente tutti gli utenti), l’aumento è dell’8,3%, un (misero NdR) 0,3% in meno rispetto all’8,6% annunciato in precedenza.

Wind Tre insiste sulla spesa annua, che in questo modo viene ridotta, ma come ha sottolineato l’Antitrust le offerte di telefonia, fissa o mobile che siano, sono raramente formulate su base annua. In ogni caso le modifiche entreranno in vigore dal 16 aprile e riguarderanno gli utenti già coinvolti dagli aumenti.

In questo caso Wind Tre promette di rimborsare i maggiori costi sostenuti, anche se gli utenti interessati dovranno aspettare quantomeno maggio per riavere i propri soldi. Secondo l’operatore infatti la procedura è complessa e gravosa per i sistemi già sovraccarichi e richiede parecchio tempo per essere completata, a causa dei vincoli tecnici presenti.

Gli utenti interessati da questa ulteriore rimodulazione saranno comunque contattati tramite SMS.

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