Quella tra AGCOM e gli operatori mobili italiani sembra un eterno gioco del gatto con il topo, con la prima impegnata a multare i secondi per le loro “marachelle”. Peccato solo che le sanzioni siano irrisorie rispetto a quanto viene intascato in maniera indebita, una lacuna legislativa che lascia via libera alle trovate “geniali” degli operatori nostrani.

Il caso più recente riguarda tre delibere, pubblicate oggi da AGCOM e rese note con un comunicato stampa, con le quali Wind, TIM e Vodafone sono state multate di 696.000 euro per la condotta illecita messa in atto con i costi per la ricarica in ritardo.

Come ricorda AGCOM nella propria nota, la delibera 326/10/CONS obbliga gli operatori a far cessare immediatamente la connessione dati nel caso il credito disponibile sia esaurito, riattivandola solo dopo aver ricevuto una “espressa manifestazione di volontà da parte dei clienti“.

Ovviamente i tre operatori si sono ben guardati dal rispettare tale delibera, addebitando un costo aggiuntivo per consentire di proseguire la navigazione nel caso il credito residuo non sia sufficiente a coprire il costo del rinnovo della propria offerta. Per Wind c’è anche l’aggravante di aver introdotto un costo per garantire una navigazione illimitata a 128 Kb all’esaurimento del bundle dati.

Rigettata quindi la tesi degli operatori che invocavano la libertà di esercizio dello jus variandi, che non prevede l’accettazione della variazione essendo sufficiente la garanzia del diritto di recesso. In realtà l’Autorità ha ravvisato l’inserimento di un quid novi che andava tassativamente accettato dagli utenti, trattandosi di una modifica unilaterale che non riguardava condizioni già contemplate nel contratto.