Gli esperti di DisplayMate hanno dato il loro verdetto: i display di Samsung Galaxy S9 e S9 Plus sono le migliori unità mai montate su uno smartphone. Samsung si riprende lo scettro, passato temporaneamente ad iPhone X (il display è sempre fornito da Samsung, NdR) lo scorso novembre e precedentemente appartenuto a Galaxy S8/S8 Plus e poi Galaxy Note 8.
Pare dunque che Samsung abbia ancora una volta utilizzato ottimi pannelli OLED sui suoi top di gamma, in questo caso i nuovissimi Galaxy S9 e S9 Plus appena presentati al MWC 2018 di Barcellona. Secondo i test effettuati da DisplayMate i due flagship dispongono di una precisione cromatica mai ottenuta su altri dispositivi: il pannello Super AMOLED QHD+ restituisce infatti colori indistinguibili, a occhio nudo, dalla “perfezione”.
Sia la modalità Cinema che quella di base (Basic) forniscono colori estremamente accurati e realistici, mentre quella adattiva punta su colori più vivaci; i display arrivano fino a 1.130 nits di luminosità, risultato di poco inferiore ai 1.200 raggiunti da Galaxy Note 8, e possono contare su un livello senza precedenti di controlli di luminosità automatici grazie ai due sensori ambientali posizionati sia nella parte anteriore sia in quella posteriore del dispositivo.
Per quanto riguarda la gamma di colori, i nuovi Galaxy S9 restituiscono il 113% dello spazio colore DCI-P3 e il 141% dello standard sRGB/Rec.709; altri tre punti a favore sono il contrasto, che risulta infinito grazie alla tecnologia OLED (dove i neri sono costituiti da pixel completamente spenti), il livello di riflessione della luce ambientale, che non supera il 4,4%, e il più alto punteggio nel contrasto in luce ambientale (257).
Ottimi risultati ottenuti anche negli angoli di visione e nella riproduzione del bianco, entrambi a volte tallone di Achille di alcuni display OLED. Punti a favore anche per l’ottenimento della certificazione Mobile HDR Premium della UHD Alliance.
Insomma, i display di Samsung Galaxy S9 e S9 Plus sono stati decisamente promossi dai test di DisplayMate (qui per approfondire): basterà una simile qualità a convincervi a spendere 899 e 999 euro? Nel frattempo potete dare un’occhiata alla nostra anteprima.