A circa tre mesi dalla probabile presentazione della serie Samsung Galaxy S11, ammesso che il colosso sud coreano decida di proseguire con questo nome, continua a crescere il numero di indiscrezioni e rumor legati al prossimo top di gamma di casa Samsung.

Se il comparto fotografico promette faville, non dovrebbero essere da meno lo schermo e la batteria, due punti che stanno diventando sempre più importanti negli smartphone attuali. Ecco come Samsung intende affrontare la sfida lanciata dai rivali, Huawei e Apple su tutti.

Il segreto di una grande autonomia

Da tempo si parla di una maggiore autonomia da parte dei nuovi modelli della serie Samsung Galaxy S11 e il mistero sembra dipanarsi grazie a un nuovo report proveniente dalla Corea del Sud.

ITM Semiconductor avrebbe fornito a Samsung una nova batteria che utilizza un PMP (Protection Module Packages) che consente di ridurre del 57% le dimensioni. Le batterie utilizzate da ITM sono state realizzate negli stabilimenti di Nanjing (Cina) di LG Chem, con l’aggiunta del PMP che combina il Protection IC con MOSFET e PCB. In questo modo non è necessario di realizzare una cover protettiva, consentendo di ridurre il volume occupato o realizzare batterie più capienti nello stesso spazio.

Sembra quest’ultima la strada intrapresa da Samsung, che avrebbe deciso di aumentare sostanziosamente la batteria dei suoi tre flagship. In particolare Samsung Galaxy S11e dovrebbe utilizzare una batteria da 3.730 mAh (contro i 3.100 di S10e), Galaxy S11 avrebbe una batteria da 4.300 mAh (3.400 per S10) mentre Galaxy S11+ monterebbe una unità da 5.000 mAh (4.100 per S10+).

Samsung avrebbe dunque deciso di aumentare la capacità senza però esagerare, lasciando sufficiente spazio per altri componenti come la fotocamera, che promette di essere straordinaria.

Uno schermo fluido

Se una fotocamera stellare e una batteria da record non dovessero bastare, Samsung potrebbe “esagerare” giocando un’altra carta vincente. Nella nuova beta di One UI 2.0 per Samsung Galaxy Note 9 è stata trovata un’impostazione, ovviamente non attivabile, che permetterebbe di utilizzare una frequenza di refresh di 120 Hz per il display.

Samsung potrebbe dunque seguire, migliorandole, le orme di Google e OnePlus che hanno sdoganato gli schermi a 90 Hz anche sugli smartphone commerciali. Xiaomi, ASUS e nubia, ad esempio, utilizzano schermo con refresh superiore ai 60 Hz solo sui dispositivi da gioco.

Sembra dunque che in futuro vedremo sempre più telefoni con display dotati di elevate frequenze di refresh, per garantire una maggiore fluidità nell’uso quotidiano.