Inizia a delinearsi un futuro inaspettato per quanto riguarda la situazione di Huawei, da oltre un anno alle prese con il ban imposto dall’amministrazione Trump. Di recente il Dipartimento del Commercio ha introdotto una nuova clausola che di fatto impedisce al colosso cinese di acquistare componenti realizzati utilizzando tecnologia americana, a meno di non ottenere una particolare licenza.

Come quasi tutti i produttori di chip, anche Huawei deve rivolgersi a TSMC, la più grande fonderia al mondo, per realizzare la propria linea di chipset HiSilicon Kirin e potrà ricevere forniture ancora per meno di 4 mesi, prima che il blocco abbia realmente effetto.

Questo significa che Huawei dovrebbe riuscire a ottenere sufficienti scorte per quanto riguarda i Kirin 1020 a 5 nanometri che saranno impiegati sulla serie Huawei Mate 40. Resta però il problema per Huawei P50 (ammesso che sia questo il nome), per i cui chipset Huawei non avrebbe alternative valide. È iniziata la collaborazione con la cinese SMIC, che al momento però è in grado di realizzare prodotti a 14 nanometri e sta ancora sviluppando le proprie tecnologie a 7 e 8 nanometri.

Questo, secondo l’analista John Vinh di KeyBank Capital Markets, apre la strada a Qualcomm che potrebbe trarre un enorme vantaggio dall’intera situazione. Anche il chipmaker californiano deve rivolgersi a TSMC per la produzione dei propri chipset, non avendo stabilimenti propri, ma essendo una compagnia americana potrebbe essere agevolata nell’ottenimento della speciale licenza necessaria per vendere a Huawei.

Dopotutto le principali perplessità del governo Trump sono legate alle infrastrutture di rete e l’utilizzo di una tecnologia americana nei prodotti Huawei, modem inclusi, potrebbe essere un modo per “controllare ” il colosso cinese. Dopotutto ne trarrebbe profitto una compagnia americana, dando maggior senso a tutte le recenti mosse del governo.

E se Qualcomm non dovesse ottenere la licenza? Secondo Vinh, come riporta Barron’s, la compagnia americana potrebbe beneficiare dell’incremento delle vendite di Xiaomi, OPPO e Vivo, con le quali già collabora, che vedrebbero crescere le proprie quote di mercato in seguito all’inevitabile calo di Huawei, qualora quest’ultima non potesse contare su chipset di alto livello.

Resta ancora da chiarire se il Dipartimento del Commercio vorrà favorire Qualcomm, gettando una sorta di salvagente a Huawei, o se preferirà veder affondare la compagnia asiatica lasciandola seriamente nei guai.

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