Lo sviluppo delle batterie per smartphone non sembra tenere il passo del resto dei componenti e la riduzione dello spessore dei dispositivi non permette, a volte, di inserire batterie di dimensioni maggiori. Per questo i produttori provano a spostare l’attenzione dei potenziali acquirenti sulle tecnologie di ricarica rapida, che possono in qualche modo mettere una pezza al problema.

In sostanza, poco importa se lo smartphone si spegne dopo poche ore in stand-by, basterà collegarlo a una presa di corrente per mezz’ora per avere un’autonomia di una giornata. Questo almeno è quello che recitano gli slogan pubblicitari, ma XDA ha voluto saperne di più, conducendo un test più approfondito sulle più diffuse tecnologie di ricarica rapida.

In particolare ne sono state analizzate cinque: Supercharge di Huawei, Dash Charge di OnePlus, Quick Charge 3.0 di Qualcomm, Adaptive Fast Charging di Samsung e USB Power Delivery, lo standard USB-IF promosso da Google.

Il test è stato condotto rispettivamente con Huawei Mate 9, OnePlus 3, LG V20, Samsung Galaxy S8 Plus e Google Pixel XL. Date le diverse capacità delle batterie i risultati sono stati normalizzati a 3000 mAh, anche se per i test generali sono stati raccolti i dati relativi a una ricarica dal 5% al 95% della capacità di ogni batteria. Senza scendere nei dettagli tecnici e nelle rilevazioni dei vari dati, che potete trovare visitando la fonte, riassumiamo la situazione per le varie tecnologie esaminate.

Il vincitore assoluto è la tecnologia Dash Charge di OnePlus, che abbina tempi di ricarica rapidissimi (sia con il dispositivo in stand-by sia utilizzando il dispositivo) a un ridotto aumento delle temperature, con prestazioni lineari e pochi scostamenti. Per contro si tratta di uno standard proprietario, che utilizza correnti elevate, fino a 4A, per mantenere basse le temperature. È quindi necessario utilizzare l’apposito caricabatterie e il cavo fornito da OnePlus, sia per la casa che per l’auto e a volte non è facile reperire questi componenti.

Huawei Supercharge utilizza un approccio molto simile anche se in determinate condizioni porta a delta termici più marcati. Dal punto di vista della velocità pura è il migliore ma l’aumento di temperatura durante la ricarica con dispositivo in stand-by lo collocano alle spalle della soluzione di OnePlus.

Lo standard di Qualcomm, Quick Charge 3.0, si colloca alle spalle delle due soluzioni descritte e usa un approccio completamente diverso, visto che velocizza la ricarica con un aumento della tensione invece che della corrente, arrivando a un massimo di 20V. Il vantaggio della tecnologia è la facilità con cui possono essere acquistati power bank, caricabatterie da muro e da auto, che rispettino lo standard e che permettano quindi di sfruttare la tecnologia di ricarica rapida a casa, in auto e in ufficio contenendo i costi di acquisto.

Lo USB Power Delivery, fortemente caldeggiato da Google, che potrebbe rendere obbligatoria la compatibilità dei nuovi caricabatterie con questo standard. Anche in questo caso le prestazioni sono inferiori alle soluzioni proprietarie di OnePlus e Huawei ma la standardizzazione degli accessori rappresenta un vantaggio indubbio.

Lo standard più lineare è invece l’Adaptive Fast Charging di Samsung, che utilizza un approccio molto conservativo, senza esagerare con tensioni e corrente. Il risultato è una ricarica lineare in qualsiasi situazione, senza picchi di temperatura e grosse escursioni termiche, con un picco negativo nella ricarica durante l’utilizzo. In questo caso i tempi si dilatano, raggiungendo quasi il doppio dei risultati ottenuti dai competitor.

Il problema, ma in questo caso la documentazione fornita da Samsung è piuttosto lacunosa, sembra legato alla disattivazione della ricarica rapida quando lo schermo è acceso. Sembra dunque che la soluzione adottata dal gruppo sud coreano sia la più conservativa. Probabilmente si tratta di una scelta volta ad assicurare la massima tranquillità dal punto di vista della sicurezza, e non è detto che non sia una scelta intelligente.

E voi, cosa ne pensate della ricarica rapida? Può essere un palliativo in attesa di nuove tecnologie legate alle batterie o sarà la soluzione definitiva al problema? Il box dei commenti è a vostra disposizione.