Non tutte le funzioni introdotte con le nuove versioni di Android sono piacevoli, e da questo punto di vista Android 11, del quale è stato posticipato il lancio della versione beta, non fa eccezione.

In particolare ci riferiamo all’installazione di applicazioni da fonti sconosciute, evento che si verifica, ad esempio, installando un’app tramite il browser Chrome (o altri). Se non è già stato fatto in precedenza è infatti necessario concedere il permesso, un’operazione semplice e senza intoppi.

Il sistema apre infatti la schermata necessaria per la concessione dei permessi e tornando indietro, con la gesture o con il tasto, riporta all’applicazione che aveva effettuato la richiesta, permettendo di procedere con l’installazione. Con Android 11 le cose vanno in maniera diversa e per certi versi molto più fastidiosa.

La procedura per concedere l’autorizzazione è la stessa, ma tornando indietro si scopre che l’app è chiusa e viene mostrato il launcher. A seguito di numerose segnalazioni sull’Issue Tracker Google ha deciso di rispondere, spiegando che si tratta di un comportamento voluto.

Responsabile della decisione è il nuovo Scoped Storage, lo spazio isolato dedicato a ogni applicazione per evitare accessi indesiderati alla memoria interna. La concessione del permesso di installare un’app richiede il permesso di scrittura in determinate cartelle, operazione che con Scoped Storage non può essere effettuata al volo ma che richiede una chiusura forzata (Force Stop) dell’applicazione.

Numerosi sviluppatori si sono lamentati, visto che la chiusura forzata dell’applicazione potrebbe portare a problemi di funzionamento, con dati non ancora salvati e Google afferma di aver avviato una serie di valutazioni. Difficile però che si tratti di una priorità, anche perché il permesso va concesso una sola volta, il che implica un solo Force Stop per le applicazioni.