Google ha fatto il suo ingresso nel mondo dei chipset per smartphone solo di recente, con il lancio del suo primo chipset Tensor progettato internamente con il Google Pixel 6. L’obiettivo del colosso di Mountain View è ormai chiaro: rendere i propri dispositivi Pixel sempre più performanti dal punto di vista dell’intelligenza artificiale e del machine learning, grazie a componenti hardware su misura. Tuttavia, il percorso per raggiungere una piena indipendenza nello sviluppo dei chip Tensor si sta rivelando irto di ostacoli.

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Google rallenta lo sviluppo dei chipset Tensor completamente custom

Stando a quanto riportato in esclusiva dal sito The Information (l’articolo è protetto da paywall), sembra che Google abbia dovuto rivedere i suoi piani per il SoC di punta Tensor G4, destinato ad equipaggiare la serie Pixel 9 del prossimo anno. Inizialmente il nuovo chip Made by Google avrebbe dovuto essere completamente personalizzato con il nome in codice “Redondo”, con la promessa di un significativo balzo in avanti in termini di prestazioni ed efficienza; purtroppo, però, a causa di ritardi nello sviluppo, il progetto Redondo non sarebbe pronto in tempo per il lancio dei Pixel 9.

Google avrebbe quindi optato per una soluzione di ripiego, ovvero una versione potenziata del Tensor G3 (nome in codice “Zuma”) che equipaggerà i Pixel 8 in uscita tra poche settimane. Questo nuovo chip, ribattezzato “Zuma Pro”, sarà ancora progettato in collaborazione con Samsung, similmente a quanto fatto fino ad ora. Con tutta probabilità si tratterà, ancora una volta, di un aggiornamento incrementale, senza grosse rivoluzioni.

In sostanza, l’ambizioso piano di Google di rendere il Tensor G4 completamente sviluppato internamente è stato rimandato di un anno. L’azienda sta comunque proseguendo i lavori su Redondo, che verrà impiegato come base di partenza per il Tensor G5 del 2025, nome in codice “Laguna Beach”. A quel punto, la transizione verso chipset Tensor interamente progettati e prodotti da Google dovrebbe essere finalmente completata.

La GPU del nuovo chip Tensor G4 potrebbe deludere le aspettative

Per quanto riguarda la grafica, il prossimo Tensor G4 destinato ad equipaggiare il Pixel 9 potrebbe non offrire i miglioramenti sperati.

Secondo un recente leak, il chip Tensor G4 monterà la stessa GPU Immortalis-G715 del predecessore Tensor G3 che vedremo con il Pixel 8 in arrivo a breve. Si tratta di una voce non confermata, quindi va presa con le pinze, ma se fosse vera significherebbe prestazioni grafiche molto simili tra Pixel 8 e Pixel 9.

Del resto, il Tensor G4, nome in codice “Zuma Pro”, dovrebbe essere un upgrade incrementale rispetto al G3 “Zuma” normale, senza stravolgimenti; tuttavia, mantenere la stessa GPU sarebbe una mossa deludente, dato che nel frattempo la concorrenza farà senza ombra di dubbio passi in avanti.

Ad esempio, MediaTek ha già annunciato il nuovo chip Dimensity 9300 con GPU Immortalis-G720, evoluzione della G715. Quindi quando il Pixel 8 arriverà il mese prossimo, monterà di fatto una GPU già vecchia di un anno. E il futuro Pixel 9, che farà il suo debutto ufficiale sul finire del 2024, ne monterebbe una con due anni sulle spalle.

Certamente Google potrebbe comunque migliorare le prestazioni grafiche agendo su altri fronti, come la velocità di clock, il numero di core o il processo produttivo, tuttavia è indubbio che partire da una GPU datata non è l’ideale per quanto riguarda le prestazioni brute sul fronte della grafica.

Il rischio è che il Pixel 9 non riesca a tenere il passo con gli altri top di gamma 2024 sotto il profilo grafico. Ad esempio, è lecito attendersi che i futuri Snapdragon si baseranno sulla più recente architettura GPU Adreno 740. Insomma, Google rischia di restare nettamente indietro su questo aspetto rispetto alla già agguerrita concorrenza.

C’è da dire che, come vedremo tra poco, l’azienda sembra voler puntare più sull’intelligenza artificiale e sul machine learning che sul puro potenziale grafico. Ed è anche vero che molti utenti – soprattutto quelli fedeli agli smartphone Made by Google della famiglia Pixel – privilegiano un’esperienza fluida e ottimizzata piuttosto che benchmark elevati e potenza bruta (utile quasi esclusivamente per il gaming di un certo livello).

Perché Google continua a puntare sui chipset proprietari

Ma perché Big G punta così tanto sull’indipendenza hardware? Inizialmente il team interno che si occupava di chipset era piuttosto ridotto e con poca esperienza. Per accelerare lo sviluppo del primo Tensor è stato necessario appoggiarsi a un colosso come Samsung, che ha messo a disposizione buona parte del know-how e delle tecnologie, oltre a gestire la produzione fisica dei vari chip.

Nel corso del tempo, però, Google non è stata affatto con le mani in mano e ha pian piano ampliato il suo organico e le competenze. Avere il pieno controllo della progettazione consentirà di spingere ancora più a fondo sull’intelligenza artificiale, con soluzioni su misura per la serie di dispositivi Pixel; inoltre, produrre in autonomia permetterà di scegliere i fornitori, ad esempio passando dalle fonderie Samsung a quelle TSMC che, come abbiamo avuto modo di apprezzare in questi anni, garantiscono prestazioni ed efficienza nettamente superiori.

Insomma, la strada verso chipset Tensor completamente “fatti in casa” è ancora lunga, ma sembra che Google non voglia demordere. D’altronde anche se, come è lecito aspettarsi, ci saranno ulteriori intoppi lungo il percorso, il potenziale di innovazione in campo IA fa gola al colosso di Mountain View. La sfida ai big del settore come Qualcomm (e negli ultimi anni anche MediaTek) è appena iniziata e nel giro di qualche anno potrebbero arrivare sorprese interessanti dai laboratori di Big G. Bisognerà vedere se i ritmi serrati dell’industria tech daranno il tempo necessario all’azienda di raggiungere una piena maturità nello sviluppo hardware.

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