Appena una settimana fa, Google ha colto tutti di sorpresa rilasciando la prima Developer Preview di Android 14, prossima versione del sistema operativo del robottino verde che debutterà nella seconda parte del 2023.

Se delle novità emerse subito dopo il lancio vi abbiamo parlato in un articolo dedicato, nei giorni a seguire sono iniziati ad emergere sempre più dettagli su quale direzione potesse prendere il colosso di Mountain View nello sviluppo della nuova creatura, attualmente parente stretta di Android 13. Stando alle ultime scoperte, sembra che Big G stia lavorando sodo sulle impostazioni di sistema, riscrivendole sfruttando una libreria più moderna; inoltre, Android 14 potrebbe implementare a livello di sistema la sezione dedicata alla sicurezza dei dati delle app presente sul Google Play Store.

Android 14 avrà impostazioni di sistema riscritte da zero

Come ogni sistema operativo in via di sviluppo, anche Android 14, entrato recentemente nella prima fase del proprio sviluppo con il rilascio della Developer Preview 1 agli sviluppatori, è un vero e proprio cantiere aperto.

Le novità emerse in seguito al rilascio della DP1 non sono moltissime e ciò è normale se consideriamo che, allo stato attuale, può essere vista come una sorta di una versione modificata di Android 13. Ben presto, nell’arco del percorso di sviluppo, le cose cambieranno sicuramente e, specie con l’ingresso nella seconda fase del percorso (quello delle beta) potremo iniziare a vedere alcune corpose novità.

Ciononostante, sembra che Google stia gradualmente ricostruendo parti delle impostazioni di sistema di Android 14 sfruttando la più moderna libreria Jetpack Compose al posto della classica libreria View.

Jetpack Compose la chiave di volta delle “nuove” impostazioni di sistema

Jetpack Compose è stato presentato dal colosso di Mountain View al Google I/O 2019 come il modo più moderno per creare app native per Android sfruttando come linguaggio di programmazione Kotlin come logica principale dell’app e per progettare l’interfaccia utente dell’app stessa.

Da allora, Google ha fortemente incoraggiato gli sviluppatori per sfruttare Jetpack Compose nello sviluppo delle proprie app, o convertendole una sezione per volta o riprogettandole da zero. Addirittura, lo scorso anno Big G lo ha indicato come il suo approccio consigliato per creare interfacce utente per le app Wear OS e, a tal fine, ha ricostruito molte delle proprie app attraverso Jetpack Compose, sfruttato per ottimizzare anche il Play Store.

I colleghi di 9to5Google hanno scoperto che, già nella DP1 di Android 14, Google ha iniziato il processo di riscrittura delle impostazioni di sistema di Android, sfruttando proprio Jetpack Compose: alcune parti sono già state riscritte e sembra che il processo stia procedendo in maniera graduale.

Alcune delle nuove parti sono già testabili in anteprima sulla DP1 di Android 14

Ad oggi, pare che il team di sviluppo abbia riscritto le pagine relative alle impostazioni di app, notifiche e preferenze della lingua; è persino prevista una pagina delle impostazioni di sistema che mostra unicamente le parti riscritte con il metodo più moderno.

Qualora abbiate già installato la DP1 di Android 14 sul vostro smartphone Pixel (e in questo articolo vi abbiamo spiegato come fare), potete già potenzialmente testare queste novità. Per farlo, basta eseguire il comando ADB “adb shell settings put global settings_enable_spa true” (per tornare indietro, basta eseguire lo stesso comando al netto del true finale). È comunque giusto segnalare che, trattandosi di lavori in corso, le cose potrebbero non funzionare come previsto.

Attivato il comando, alcune (poche) parti delle impostazioni di sistema in Android 14 vengono automaticamente rimpiazzate dalle controparti riscritte con Jetpack Compose; c’è da dire che, possibilmente, un occhio poco attento nemmeno noterà la differenza. La galleria seguente mostra un esempio di come appare la pagina di informazioni dell’app Google Play Store prima (immagine a sinistra) e dopo (immagine a destra) rispetto all’attivazione del comando ADB.

Le informazioni sulla sicurezza dei dati potrebbero essere integrate nel sistema

Un’altra delle possibili novità legata alle impostazioni di sistema di Android 14 potrebbe riguardare l’integrazione della sezione sulla sicurezza dei dati di un’app, normalmente reperibile attraverso la pagina dell’app sul Google Play Store, all’interno del sistema operativo stesso.

Nello specifico, la suddetta sezione (introdotta nell’aprile 2022) è quella che consente di visualizzare la autorizzazioni richieste dall’app prima di installarla tramite lo store; spetta comunque agli sviluppatori indicare perché le loro app necessitino di tali autorizzazioni.

Il fatto che, attualmente, tali informazioni siano presenti solo all’interno della pagina dell’app sul Play Store (e che vengano mostrate solo prima dell’installazione dell’app) fa sì molti utenti che se le possano perdere; inoltre, non esiste un modo semplice per venire a conoscenza di eventuali cambiamenti.

Integrando queste informazioni direttamente all’interno del sistema operativo, con Android 14, Google si prepara a mettere una pezza a questa situazione, aumentando notevolmente la trasparenza.

Come suggerito dalla stessa Google attraverso un post condiviso su Twitter dall’account degli Android Developers, datato luglio 2022, la sezione sulla sicurezza dei dati di Google Play “fornisce agli utenti unqa visione semplificata di come un’app raccoglie, condivide e protegge i dati degli utenti”. Tutte le nuove app e gli aggiornamenti delle app pre-esistenti, rilasciati sul Google Play Store dopo l’agosto 2022, devono soddisfare il requisito di trasparenza, e gli sviluppatori devono specificare il comportamento di ogni singola funzionalità della propria app e il tipo di dati che essa raccoglie (e lo scopo della raccolta).

Al momento sono implementate in maniera parziale in Android 14 DP1

Come indicato dai colleghi di XDA, già nella Developer Preview 1 di Android 14 è possibile abilitare una nuova sezione chiamata “Privacy dei dati” (mostrata nella seguente galleria d’immagini) all’interno della pagina “Autorizzazione Posizione” di un’app (al percorso “Impostazioni > Geolocalizzazione > Autorizzazioni per la posizione > App”).

La sezione viene visualizzata quando un’app sta segnalando che raccoglie dati sulla posizione, come parte del modulo sulla sicurezza dei dati di Google Play (ad essere precisi, dallo screenshot si evince come l’app stia segnalando che “La tua posizione potrebbe essere condivisa”, aggiungendo la descrizione secondo cui “quest’app ha dichiarato che potrebbe condividere la tua posizione con altre organizzazioni o società di terze parti.

Effettuando tap sul testo, viene aperta una finestra di dialogo che elenca i vari motivi forniti dallo sviluppatore per la raccolta dei dati sulla posizione (copiati uno ad uno da quelli presenti nella sezione “Sicurezza dei dati” della pagina dell’app, in questo caso Waze, sul Google Play Store). La stessa segnalazione viene replicata anche nel pop-up che richiede all’utente di concedere l’accesso alla posizione quando si usa un’app che necessita di tale accesso.

Sebbene, allo stato attuale, Android 14 mostri unicamente le informazioni sulla sicurezza dei dati per quanto concerne la posizione, è lecito attendersi che, presto, possano essere implementate le altre tipologie di categorie di dati.

Inoltre, questa novità potrebbe non essere mai resa disponibile sulle future versioni di Android Automotive, Wear OS e Android TV, sistemi operativi per cui la funzione “aggiornamenti per la condivisione dei dati” non è disponibile.

Spunta una nuova pagina delle impostazioni sulla privacy

Al percorso “Impostazioni > Sicurezza e privacy > Privacy”, che su Android 14 apre una nuova pagina piuttosto che un menu a tendina come su Android 13, è stata introdotta una nuova sotto-sezione chiamata “Aggiornamenti sulla condivisione dei dati” e che segnala quando le informazioni di condivisione dei dati di un’app sono state modificate in seguito ad un aggiornamento dell’app stessa.

Sembra che il sistema estragga i dati direttamente da Google Play ma è possibile che essi vengano estratti mediante una nuova API: in sostanza, ogni volta che un’app viene installata tramite lo store ufficiale, è come se i dati sulla sicurezza venissero salvati come metadati dell’app, per essere poi confrontati in caso di un nuovo aggiornamento; se cambiano, la nuova pagina registrerà la modifica e la segnalerà all’utente.

A conclusione di tutto, la carne al fuoco sembra parecchia e questa modifica, atta a migliorare la trasparenza, non potrà che fare del bene ad Android 14. D’altro canto, gli sviluppatori, probabilmente, storceranno un po’ il naso perché saranno costretti a spiegare i motivi per cui le proprie app necessitino di determinate autorizzazioni e quale sia lo scopo della raccolta dei dati.

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