AGCOM, l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha irrogato una sanzione di 440.000 euro nei confronti di TIM, facendo seguito a una contestazione da parte di Iliad sull’utilizzo improprio dei database delle portabilità.
Archiviata invece la richiesta per Kena Mobile, operatore virtuale di proprietà di TIM, nell’ambito di un procedimento identico. Va sottolineato che TIM aveva chiesto di unificare i procedimenti, che riguardavano il presunto utilizzo del database delle MNP (Mobile Number Portability) per fini commerciali.
In realtà AGCOM ha rigettato la richiesta in quanto i procedimenti riguardano la violazione di due diverse delibere. Per TIM il riferimento è alla delibera 118.18/CONS del 27 giugno 2018 che vietava a TIM l’utilizzo dei database MNP per scopi commerciali. Per Kena Mobile invece la violazione riguardava la delibera 135/18/CIR del 25 luglio 2018 che vieta a tutti gli operatori mobili l’utilizzo delle informazioni acquisite attraverso l’accordo sulla MNP.
Tale delibera precisava che il database andava utilizzato esclusivamente per la corretta gestione delle portabilità e per i necessari instradamenti. In merito alla violazione contestata a TIM, l’AGCOM ha accertato che alcune offerte TIM dedicate ai clienti Iliad coinvolgevano utenti individuati attraverso il database MNP, almeno fino al mese di febbraio del 2019.
TIM si è difesa affermando che le due campagne effettuate nel periodo “incriminato” avrebbero prodotto poche migliaia di attivazioni, ma AGCOM ha confermato la violazione, indipendentemente dall’entità del danno arrecato. Per questo motivo è stata irrogata una sanzione di 440.000 euro. quasi il doppio del minimo stabilito dalle normative vigenti.
Diversa invece la situazione relativa a Kena Mobile, che avrebbe utilizzato il database per circa nove mesi solamente per consentire agli utenti di verificare la possibilità di sottoscrivere una offerta mirata/ AGCOM non ha ravvisato nel comportamento di Kena Mobile alcuna finalità di contatto commerciale, in quanto sono stati i clienti a inserire di propria volontà il numero di telefono.
Non essendo presente alcuna diffida nei confronti di Kena Mobile, l’autorità ha dunque ritenuto di non dover procedere e archiviare l’intero procedimento.