Huawei non se ne sta con le mani in mano e sta portando avanti le operazioni per quello che ormai possiamo chiamare “Piano B”, da attuare nel caso venisse confermata la messa al bando negli Stati Uniti che impedirebbe al colosso cinese di acquistare tecnologia dagli USA.

Dopo la revoca della licenza commerciale di Android, che impedirebbe di fatto l’accesso ai servizi Google e al Play Store, Huawei si è guardata intorno per trovare uno store alternativo, utilizzabile, forse, anche nel caso dovesse lanciare un proprio sistema operativo. Appare infatti impensabile che non venga garantita la compatibilità con le app Android, visto che poter contare su oltre 3 milioni di applicazioni sarebbe un ottimo punto di partenza.

Per ovviare alla possibile assenza del Play Store, nel caso la collaborazione con Google dovessero portare a un nulla di fatto, il colosso cinese ha già contattato Aptoide, uno store portoghese alternativo che può contare su oltre 900.000 applicazioni e su oltre 200 milioni di utilizzatori.

Paulo Trezentos, CEO di Aptoide, ha confermato che sono in corso delle trattative per portare lo store sugli smartphone Huawei, iniziate già alcuni mesi fa e riprese in questi giorni. Sarebbero due i modelli di una collaborazione prestigiosa per Aptoide, che già annovera tra i suoi partner anche Oppo e Vivo.

La prima prevede la semplice preinstallazione di Aptoide su tutti gli smartphone Huawei, mentre la seconda possibilità porterebbe all’integrazione dello store in App Gallery, lo store di Huawei, tramite le apposite API. Trezentos esclude però categoricamente la possibilità di acquisizione da parte di Huawei, avendo in mente nuove sfide da affrontare.

Potete seguire lo sviluppo della vicenda legata al blocco di Huawei negli USA attraverso la nostra pagina speciale, con aggiornamenti costanti per non perdere nessuna novità.