Sono passati appena tre giorni dalla presentazione ufficiale di Huawei P40, Huawei P40 Pro e Huawei P40 Pro+ e naturalmente c’è tanta curiosità attorno a questi tre nuovi smartphone premium, ma ancora di più attorno a quello che sarà il futuro di Huawei, visto che la situazione con gli USA e Google ancora non va incontro ad una soluzione.

Richard Yu, CEO di Huawei, si è concesso alle domande di Wired (trovate in Fonte l’intervista integrale), fornendo numerosi spunti interessanti e una certezza: a dieci mesi dall’inserimento di Huawei nella famosa “entity list da parte del governo statunitense e dal passo indietro di Google, il produttore cinese lascia ancora la porta aperta a Big G e agli USA.

Richard Yu: USA, Google e soluzioni fatte in casa

Il ban degli Stati Uniti ha costretto Huawei a farcela con le proprie forze e, seppure in mezzo a tante prevedibili difficoltà, questo si è tradotto nell’arrivo sul mercato di nuovi smartphone con a bordo Android in versione spoglia dei servizi e delle app di Google, sostituiti dagli HMS (Huawei Mobile Services) e da AppGallery.

Se così non fosse stato, qualche giorno fa avremmo verosimilmente conosciuto la serie Huawei P40 con a bordo Google Play Store in luogo di AppGallery, Google Assistant al posto di Celia e via discorrendo.

Richard Yu si è detto speranzoso verso la concessione della licenza da parte degli Stati Uniti che consenta una futura nuova collaborazione con Google e con gli altri partner statunitensi. Il dirigente ha espresso a chiare lettere la volontà di Huawei di utilizzare i servizi di Google e il Play Store come scelta principale da affiancare ai propri HMS. Per questo motivo la soluzione in comune con Xiaomi, OPPO e Vivo per adesso rimane soltanto un’opzione.

Yu ha poi posto l’accento sulle difficoltà incontrata con AppGallery: secondo il CEO ci vorrà almeno uno o due anni per ridurre il gap rispetto allo store di Google, ma gli sforzi compiuti sono già stati importanti e i progressi stanno già arrivando.

Per quanto riguarda Celia, il nuovo assistente virtuale introdotto con la serie Huawei P40 era già presente in Cina e il produttore ha deciso di renderlo disponibile su altri mercati proprio in conseguenza del ban degli USA e dell’impossibilità di avere Google Assistant. Discorso analogo in tema di smart home: Huawei ha il suo standard HiLink e, per effetto del ban, non ha spazio di manovra per passare allo standard comune di Apple, Amazon, Google e Zigbee.

Le fotocamere di Huawei P40 e gli smartphone pieghevoli

Con la serie Huawei P40, il produttore cinese ha dimostrato ancora una volta di puntare con decisione sul comparto fotografico e naturalmente non poteva mancare un accenno ai nuovi flagship. Stando a quanto dichiarato da Richard Yu, Huawei spende 100 dollari per le fotocamere di un P40 – quindi verosimilmente di più per quelle dei modelli P40 Pro e P40 Pro+.

Secondo il CEO, gli investimenti sul comparto fotografico continueranno ad essere molto importanti per un altro paio d’anni almeno, ma anche dopo Huawei non si fermerà. Questo, però, senza trascurare altri aspetti significativi dell’usabilità degli smartphone, il cui miglioramento passerebbe attraverso una maggiore autonomia, schermi più grandi ma tascabili e meno dannosi per gli occhi.

Schermi grandi e tascabilità, insomma smartphone pieghevoli. Per Richard Yu si tratta di prodotti che ancora non permettono di recuperare tutti gli investimenti che richiedono, tuttavia il mercato li vuole e per questo motivo Huawei intende incrementare la produzione di Mate Xs (non vi sarete mica persi la nostra recensione?).

Dato il periodo, non poteva mancare un riferimento all’emergenza legata alla pandemia di COVID-19. Secondo il dirigente, Huawei può fronteggiarla meglio di altri. Innanzitutto perché la produzione della serie P40 andava avanti già da dicembre 2019; in secondo luogo perché, previa individuazione di soluzioni sicure con le autorità, il lavoro è andato avanti anche a febbraio, in parte dagli uffici e in parte da casa.

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