Il programma Android One ha subito un’impennata di popolarità in tempi recenti, dopo un avvio non troppo entusiasmante. Jon Gold, direttore della sezione Android Partner Programs di Google, ha rilasciato qualche dettaglio aggiuntivo sulla questione aggiornamenti, spiegando perché spesso i produttori non riescono a stare al passo.

Come sicuramente molti di voi sapranno, Android One è un programma di Google dedicato agli smartphone di produttori terzi: questi possono commercializzare dispositivi dotati di una versione praticamente stock di Android, con un limitato numero di app preinstallate. La “promessa” fondamentale risiede però nel ramo aggiornamenti, garantiti per due anni dal debutto (tre per gli update di sicurezza).

Jon Gold, in un’intervista rilasciata a DDay.it durante il recente MWC 2019 di Barcellona, ha spiegato perché è così difficile avere aggiornamenti rapidi e costanti. Secondo le sue parole, anche gli aggiornamenti degli smartphone Android One sono sotto l’intera responsabilità del produttore, e Google non ha poteri al riguardo.

Jon Gold

Certo, i produttori che si impegnano nel programma Android One devono soddisfare alcuni requisiti e mantenere un certo impegno, ma non viene richiesta una “tempestività” definita. E il perché è presto detto:

Spesso capita che un produttore di SoC non rilasci i driver per la versione successiva di Android, e questo ritarda o rende impossibile un aggiornamento. Anche in questo caso uno smartphone Android One, se costruito attorno a quel particolare SoC, non può in alcun modo essere aggiornato subito, si deve aspettare.

Secondo Gold, Google lavora con i produttori di chip e di smartphone per velocizzare il più possibile il processo, con la consapevolezza che possa capitare che alcuni smartphone “non Android One” possano arrivare prima di alcuni Android One. Per quanto riguarda l’eventualità che un simile programma possa “uniformare” troppo il mercato e creare dispositivi “tutti uguali”, tarpando le ali dell’innovazione, il direttore risponde così:

Non vogliamo assolutamenteche Android One blocchi l’innovazione dei nostri partner, l’unica cosa di cui devono preoccuparsi è della sicurezza e dell’interfaccia. Possono usare quattro, cinque, dieci fotocamere se vogliono, Google è a favore dell’innovazione e imporre una restrizione sull’hardware sarebbe come bloccare questa voglia di innovazione.

Riguardo gli aggiornamenti, è stato chiesto a Jon Gold se in futuro ci sarà la possibilità di aumentare il periodo a tre anni (dai due attuali per le nuove versioni di Android): sarebbe una cosa gradita, ma l’aggiornamento a nuove release di Android è una spesa per i produttori e molti fanno già fatica a mantenere i due anni. Sembra che invece le patch di sicurezza costino meno, ed è per questo che vengono garantite più a lungo.

Avete mai acquistato uno smartphone Android One? Ne siete soddisfatti?

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