L’arrivo della prima Developer Preview di Android 11 ha portato in superficie l’affetto e la passione che gli appassionati nutrono nei confronti del simpatico robottino verde. I canali di discussione, i nostri in particolare con il gruppo Facebook in cima, hanno registrato centinaia di commenti intrisi di curiosità verso la prima manifestazione di Android 11 mentre in altri invece, tra perplessità di varia natura, si cercava di comprendere senso e risvolti della mossa di Google.

Per questo abbiamo colto lo spunto che ci avete fornito per chiarire qualche concetto evergreen che accompagna il robottino da sempre, non solo Android 11.

Ogni versione di Android ha il suo pubblico e i propri tempi

Il lavoro di Google per sviluppare una major release di Android si articola in due o tre fasi: Beta e stabile, ad esempio, nel caso di Android 10, Developer Preview, Beta e stabile nel caso di Android 11.

timeline Android 11 lancio

Android 11 Developer Preview

Capiamo le difficoltà per comprenderne la natura, alla luce del fatto che delle tre fasi è quella utilizzata da Google con minor costanza, per cui merita qualche attenzione in più. La prima fase in cui a partecipare non sono solamente i tecnici e più in genere gli uomini legati allo sviluppo dell’impalcatura “base” di Android è quella della Developer Preview, letteralmente Anteprima per gli sviluppatori

Già la stretta traduzione, tuttavia, è bastevole a descriverne in modo compiuto il pubblico di riferimento ed anche a comprendere gli ostacoli posti da Google alla sua installazione, come il fatto che sia limitata esclusivamente ai Google Pixel e che per installarla è necessario il flash (manuale) della factory image, operazione certo non impossibile ma neppure alla portata di tutti.

Per Google la Developer Preview di Android è, nei fatti, una release “alfa”, una di quelle che per sua stessa natura non è adatta ad un utilizzo quotidiano per via di bug, imperfezioni, mancate ottimizzazioni più o meno importanti e che per questo non è destinata ad un numero considerevole di utenti. Google, rivolgendosi agli sviluppatori, scrive: “Android 11 Developer Preview è un programma che ti dà l’opportunità di fare il necessario per adattare le tue app alla prossima versione di Android”.

Nel caso di Android 11 la fase Developer Preview si articola in tre firmware: il primo distribuito qualche giorno fa, il secondo arriverà a marzo mentre ad aprile è atteso l’ultimo.

Dopodiché Google sarà pronta per inaugurare la fase Beta di Android 11, anche grazie ai feedback di sviluppatori e utenti smaliziati che per esigenze professionali o per semplice passione hanno convissuto con le fisiologiche noie di gioventù di un firmware poco “quadrato” tanto in termini di affidabilità che per quantitativo di novità presenti.

Android 11 Beta

Dalla linea temporale distribuita da Big G si evince come anche Android 11 Beta vivrà di tre tappe. In linea generale è durante la fase beta che il lavoro di ottimizzazione conosce l’ascesa più ripida, dunque si tratta sì di release sperimentali ma più adatte delle precedenti all’utilizzo quotidiano, con qualche compromesso che in genere non spaventa gli utenti più smaliziati.

Android 11 Beta 1, in arrivo a maggio, avrà il compito di raccogliere le prime indicazioni da parte di una fetta più ampia di utenza, e con ogni probabilità non sarà troppo stabile ed ottimizzata.

Queste due componenti arriveranno con Android 11 Beta 2 a giugno, contrassegnata da Google con la Platform Stability milestone, una sorta di “check-point” per gli sviluppatori che da quel momento in poi potranno testare i propri applicativi su una release con le API definitive, e ciò significa che gli sviluppatori avranno margine maggiore rispetto al passato (nonché i benefici derivanti di una roadmap chiara e ben scandita) per preparare le proprie app all’impatto con il grande pubblico.

Android 11 Beta 3 arriverà invece nel Q3 2020, presumibilmente a luglio, e sarà una release molto vicina, per funzionalità che per stabilità ed ottimizzazione, a quella definitiva.

Android 11 stabile

A questo punto, tra agosto e settembre, Google procederà al rilascio di Android 11 in versione stabile per i Google Pixel.

Android 11 roadmap ufficiale

L’iter per l’arrivo di Android 11 stabile sugli smartphone non-Pixel

In primis va chiarito un concetto importante. Nel corso dei mesi, Google sviluppa due versioni di Android: il firmware destinato ad equipaggiare solamente i propri prodotti, con le chicche e le funzionalità esclusive delle quali vi abbiamo parlato più volte, e l’impalcatura “base” di Android 11 che finirà nel filone AOSP, Android Open Source Project, con o senza servizi Google.

Da quest’ultimo canale potranno e dovranno attingere tutti quei produttori che vorranno adattare Android 11 alla propria filosofia attraverso quell’ “impalcatura” conosciuta come interfaccia utente o UI, le cui tempistiche di sviluppo, naturalmente, non possono che dipendere dal produttore stesso, non certo da Google che, come potete vedere, si muove già ad inizio anno con tempistiche note a tutti, addetti ai lavori e semplici utenti. Da questa efficienza e dalla scala di priorità interna a ciascun attore del mercato dipendono i tempi finali di arrivo di una nuova major release del robottino, Android 11 incluso, sulla moltitudine di prodotti presenti sul mercato.

Sperando di avervi fornito alcuni strumenti utili per comprendere al meglio le fasi che portano allo sviluppo di una nuova versione di Android, vi invitiamo a farci sapere la vostra opinione nel box dei commenti quaggiù o nel nostro gruppo Facebook.