Dopo aver sospeso le vendite di Galaxy Note 7 ed averlo ritirato definitivamente dalla produzione e dal mercato nelle scorse settimane, Samsung sta cercando di chiudere la triste vicenda che ha causato un grosso danno sia dal punto di vista economico che da quello d’immagine. Il primo passo è quello del ritiro dal mercato di tutte le unità ancora in mano agli utenti e, visto il bando praticamente globale dagli aerei, compresi quelli italiani, il colosso sud coreano ha iniziato a presenziare gli aeroporti, per il momento solo quelli australiani, statunitensi e coreani, proponendo un rimborso o una sostituzione a quei passeggeri che non fossero al corrente della situazione.

Sembra che gli utenti “costretti” a sostituire il loro Galaxy Note 7 abbiano scelto, nella maggior parte dei casi, un Galaxy S7 edge anche se una discreta percentuale ha abbandonato il marchio coreano per passare ad iPhone. Ricordiamo che pur essendo stato ritirato dal mercato, il phablet non è stato richiamato in Corea del Sud dover può tranquillamente essere utilizzato. Per i viaggiatori internazionali Samsung ha predisposto un apposito servizio, che consente di avere uno smartphone sostitutivo per i viaggi all’estero da restituire al ritorno in patria.

In attesa che Lee Jae-yong, figlio del chairman di Samsung Lee Kun-hee, si unisca al consiglio di amministrazione il 27 ottobre e porga le pubbliche scuse agli utenti, un gesto estremamente importante nella cultura orientale, Samsung annuncia che rimborserà la propria filiera di produzione per il mancato acquisto della componentistica di Galaxy Note 7.

Oltre a inoltrare nuovi ordini per altri modelli, Samsung pagherà i componenti già prodotti e coprirà i costi per i materiali necessari alla loro produzione che dovessero essere ancora giacenti nei magazzini, con una ulteriore spesa che andrà ad aggiungersi agli oltre 5 miliardi di perdite già annunciati.