Tutti i modelli della serie Samsung Galaxy S10 potrebbero essere dotati di sensore di impronte digitali integrato nel display. Questa è soltanto l’ultima delle innumerevoli indiscrezioni in circolazione aventi come protagonista i prossimi smartphone della serie Galaxy S di Samsung, attesi al debutto non prima del mese di febbraio del prossimo anno.

A proposito di Galaxy S10, negli ultimi giorni si era già parlato dei colori che il produttore sud-coreano starebbe pensando di proporre per la felicità dei propri fan e della probabile assenza del notch. Senza dimenticare i rumor piuttosto insistenti a proposito di una tripla fotocamera posteriore e quello non ancora smentito che parla di un eventuale terzo modello. D’altro canto nel 2019 ricorre il decennale della fortunata linea Galaxy S e quello della serie Galaxy S10 si preannuncia come l’evento di lancio più grande nella storia recente del brand.

Una delle caratteristiche più attese e che Samsung dovrebbe portare al debutto con il nuovo modello di punta dovrebbe essere proprio il sensore per il riconoscimento delle impronte digitali nel display. Se circa un mese fa si è parlato di come il sensore in questione dovrebbe essere, i primi rumor suggerivano che soltanto due dei tre modelli della serie Galaxy S10 ne sarebbero stati dotati, con l’esclusione quindi del modello “base”, che dovrebbe invece averne uno classico sulla cornice. Proprio quest’ultima voce è stata smentita da una nuova indiscrezione arrivata in giornata direttamente dalla Corea del Sud, secondo la quale tutte e tre le varianti del nuovo flagship disporranno dell’agognata feature. L’unica differenza, in realtà tutt’altro che trascurabile, dovrebbe consistere nella tecnologia impiegata da Samsung per la sua implementazione. I due modelli high-end (per intenderci, i presunti successori di Galaxy S9 e Galaxy S9 Plus), avrebbero un sensore di impronte ultrasonico, che dovrebbe essere fornito da Qualcomm, laddove invece il modello per così dire “entry level” ne avrebbe uno ottico.

Il sensore utilizzato nei due modelli più importanti è garanzia di maggiore precisione, in favore della quale Samsung potrebbe persino abbandonare l’autenticazione mediante scansione dell’iride. Il sensore di impronte ultrasonico funziona attraverso la trasmissione di un impulso ultrasonico contro il dito al fine di mappare i pori e le creste (le cosiddette “ridge lines”) che sono caratteristiche uniche di ciascuna impronta digitale. I sensori ultrasonici garantiscono una maggiore precisione rispetto alle controparti ottiche, in ragione del fatto che la raccolta di dati aggiuntivi relativi alla profondità consente una migliore riproduzione tridimensionale dell’impronta digitale stessa. Il funzionamento di un lettore di impronte di tipo ottico, invece, è per certi versi più simile a quello di una fotocamera digitale, dal momento che cattura un’immagine in due dimensioni dell’impronta digitale. La precisione di questo tipo di rilevamento tende a diminuire nel caso in cui, ad esempio, il dito di cui viene effettuata la scansione sia troppo bagnato, secco o sporco. Allo stesso modo le luci esterne possono ostacolarne il corretto funzionamento. Ciò non vuol dire che gli scanner di impronte digitali ottici integrati nel display siano una soluzione del tutto inutile o inaffidabile ed anzi diversi produttori di smartphone cinesi hanno già lanciato sul mercato dei device in cui viene impiegata la tecnologia menzionata poc’anzi. Neanche si può trascurare la differenza in termini di costi, pare infatti che gli scanner ottici siano fino a tre volte più economici di quelli ultrasonici, il che spiegherebbe anche la decisione di Samsung di utilizzarne uno ottico per la variante meno costosa di Galaxy S10 ed uno ultrasonico per le altre due.

In ogni caso tutte queste informazioni, a partire dall’esistenza di tre modelli fino alle tecnologie implementate, sono per ora prive di conferme da parte di Samsung, di conseguenza vi invitiamo a prenderle cum grano salis.