Huawei P40 Pro+ è quanto di più si possa desiderare in termini fotografici su uno smartphone fino ad oggi (giugno 2020). Ben cinque sensori ottici sul retro che rappresentano la miglior soluzione per tutte le necessità di scatto: dal ultra-grandangolare fino ad arrivare allo zoom 100x, che avevamo già visto nella recensione di Samsung Galaxy S20 Ultra 5G.

Ci concentreremo dunque molto su questo aspetto per comprendere la necessità di avere così tanti sensori, come si comportano e ovviamente anche l’ormai classica questione su quanto valga la pena acquistare uno smartphone da oltre 1000 Euro deficitario nei servizi e nelle app di Google (soppiantati dagli HMS).

Video recensione di Huawei P40 Pro+

Design & Ergonomia

Huawei P40 Pro+ è esteticamente molto simile a Huawei P40 Pro con due sole differenze: il materiale del retro, in ceramica anziché vetro, e uno peso leggermente più importante a causa del maggior numero di sensori. Questo vuol dire ritrovare quelle linee coraggiose che lo contraddistinguono come un modello originale, che si riconosce piuttosto facilmente, specie se visto di faccia. Huawei P40 Pro+ dispone infatti della stessa curvatura dei bordi particolarissima che, oltre ai lati, va a toccare anche le cornici superiore e inferiore dello smartphone.

Indubbiamente iconici e riconoscibili il foro ovale frontale e l’ampio modulo fotocamere posteriore, dalla forma rettangolare e in rilievo sulla scocca che assicura resistenza all’acqua e alla polvere con la certificazione IP68. In termini di dimensioni è uno smartphone che misura 158,2 mm di altezza, 72,6 mm di larghezza e 8,95 mm di larghezza, quindi non particolarmente più grande come invece il nome potrebbe far intendere.

A cogliere particolare interesse è anche il display, firmato BOE, anche in questo caso curvo su tutti e quattro i lati, di tipo OLED, con rapporto di forma 19,8:9 e con risoluzione di 1.200 x 2640 pixel (che equivalgono a 475 ppi di densità). Anche qui, proprio come su Huawei P40 Pro, il refresh rate si ferma a 90 Hz non osando fino ai 120, scelta che potrebbe far storcere il naso agli appassionati dei numeri ma che comunque assicura una fluidità di navigazione davvero piacevole. Sotto al display è poi presente un rapido e preciso sensore di impronte digitali.

Il suo “difetto” più grande è indubbiamente il peso di 226 grammi, che si fanno sentire soprattutto quando lo andiamo ad utilizzare con una mano, cosa non così impossibile dato che per l’appunto le dimensioni non sono così particolarmente eccessive.

Funzionalità

Il software di Huawei P40 Pro+ è Android 10 con interfaccia grafica EMUI 10.1, patch di sicurezza aggiornate a maggio 2020 (nel momento in cui scriviamo questa recensione) e niente servizi di Google. Al loro posto ci sono però i Huawei Mobile Services, ovvero un parco applicazioni che conoscete già se avete posseduto uno smartphone della casa in quanto pre-installati su tutti i suoi prodotti: l’applicazione AppGallery che sostituisce il Play Store, Huawei Video in sostituzione di Play Video, Huawei Musica in sostituzione di YouTube Music e via dicendo. Il set di applicazioni è ovviamente completo fin dal primo avvio ma, per installare nuove applicazioni, potete avvalervi sia di AppGallery oppure di TrovApp che ne completa l’esperienza.

L’assenza delle Applicazioni Google e dei relativi servizi comporta una certa consapevolezza quando lo si va ad acquistare. Si tratta di uno smartphone indubbiamente meno pronto di altri ma al tempo stesso comunque utilizzabile in quasi qualsiasi contesto. Al momento le applicazioni più rare su AppGallery sono quelle bancarie (recentemente hanno fatto il loro approdo Hype, Satispay e UBI Banca) e quelle che integrano le mappe di Google, come ad esempio alcuni servizi di car sharing o di food delivery. Quando mancano le applicazioni ufficiali si può sopperire attraverso i relativi siti web. Anche l’applicazione di YouTube è assente ma oltre a poter navigarci attraverso il sito web esistono alcune applicazioni alternative (una di queste presenti sull’Amazon App Store, che è un altro store di applicazioni del colosso americano).

Tale situazione, causata dall’amministrazione USA col blocco commerciale, la si può vedere sotto due punti di vista: il primo è quello di un prodotto meno completo rispetto ad altri, il secondo, più ottimistico, è la nascita di un nuovo ecosistema che si presenta sul mercato come alternativa alle soluzioni di Google e di Apple. Di fatto al primo avvio non sarete obbligati ad effettuare alcun login o registrazione su Google e, in alternativa, potrete decidere di creare un Huawei ID che, come l’account Gmail o l’Apple ID, diventa il fulcro dei vostri dati personali. Col Huawei ID potete attivare servizi come “Trova il mio telefono” oppure il backup/ripristino dei dati personali per quando si cambia o resetta lo smartphone.

Il sistema operativo tuttavia resta Android e quindi il passaggio dal vecchio dispositivo a questo Huawei P40 Pro è relativamente facile grazie all’applicazione PhoneClone che si occupa di trasferire i dati senza bisogno di cavi. Si può fare un ripristino completo di applicazioni e dati personali così da evitare di dover cercare e scaricare le proprie applicazioni preferite. Proprio per l’assenza dei servizi di Google alcune di queste potrebbero non funzionare.

Le impostazioni sono al solito ricche di funzionalità come la sezione temi tramite il quale poter personalizzare ampiamente il sistema, dallo sfondo alle icone passando per l’always-on-display. In display è possibile attivare la modalità scura, regolare la risoluzione dello schermo, la dimensione del testo, di zoom ed il refresh rate del display, mentre in batteria scegliere una delle varie modalità di risparmio energetico.

Non manca anche la ricarica wireless inversa che permette di trasferire energia da Huawei P40 Pro a un altro dispositivo poggiato sul retro (un paio di auricolari true wireless o un altro smartphone).

Prestazioni

Il chipset che monta Huawei P40 Pro+ è lo stesso dell’intera famiglia P40, il già noto Kirin 990 5G, e cioè un chipset realizzato con un processo di produzione a 7 nanometri e dotato di una NPU triple core, di una CPU octa core a 2,86 GHz e di una GPU Mali-G76 MC16. Per quanto riguarda invece le memorie, ci sono 8 GB di RAM e 512 GB di memoria interna, espandibile con nanoSD.

Fluido, reattivo, “burroso”, gira liscio come l’olio e non presenta lag o intoppi durante l’utilizzo. Il software è decisamente ottimizzato e in parte anche eccessivamente conservativo dal punto di vista delle performance in favore della batteria. Come da tradizione tende infatti a chiudere spesso le applicazioni e per tenerle aperte dovrete bloccarle nelle impostazioni oppure direttamente nel multitasking.

Fotocamera

Lato fotocamere Huawei P40 Pro+ non ha praticamente rivali sul mercato. Il comparto è quintuplo, firmato Leica e capeggiato dal solito sensore principale UltraVision 1/1.28″ da 23 mm e 50 megapixel. Ad affiancarlo ci sono poi una fotocamera grandangolare Cine Camera da 40 megapixel e due sensori zoom: uno zoom ottico 3x da 8 megapixel (f/2.4) e l’altro periscopico da 12 megapixel con zoom ottico 10x, oltre al sensore ToF per il calcolo della profondità di campo. Più dettagliatamente:

  • 50 megapixel, f/1.9, 23 mm (Grandangolare), 1/1.28″, pixel grandi 2.44 µm, PDAF, con stabilizzazione ottica;
  • 8 megapixel, f/2.4, 80mm (Teleobiettivo), PDAF, con stabilizzazione ottica, 3x zoom ottico;
  • 8 megapixel, f/4.4, 240 mm (Teleobiettivo p), PDAF, con stabilizzazione ottica, 10x zoom ottico;
  • 40 megapixel, cine-camera, f/1.8, 18 mm (Ultra grandangolare), 1/1.54″, PDAF;
  • sensore TOF 3D, (depth).

Sul fronte il comparto fotografico “selfie” resta il medesimo di Huawei P40 Pro con un sensore principale da 32 megapixel e un secondario per calcolare la profondità di campo, corredato da un sensore infrarossi che aiuta lo sblocco del volto anche al buio (non c’è però uno sblocco sicuro 3D).

La prima domanda che ci si potrebbe porre è: perché ha così tante fotocamere? Per capirlo dobbiamo prima conoscere come viene realizzato lo zoom senza perdita di qualità sui telefoni. Sulle fotocamere classiche lo zoom è realizzato semplicemente allontanando le lenti dal sensore ottico (allungando l’obiettivo). Gli smartphone però, dato il ridotto spessore, non ha parti mobili e di conseguenza non può fare la stessa cosa, in mancanza di ciò quello che si può fare è lavorare sul sensore andando a ridurne, virtualmente, le dimensioni: così un ampio sensore da 50 megapixel può utilizzare una porzione sempre più inferiore del sensore per emularne uno più piccolo e avere così un effetto zoom.

Grazie a tutti questi sensori fotografici si può assicurare uno zoom senza perdita di qualità lungo quasi tutte le varie lunghezze focali equivalenti, dai 18 ai 240 mm. Su Huawei P40 Pro+ invece gli step intermedi sono realizzati digitalmente con una maggior perdita di qualità.

Fatta questa doverosa premessa è arrivato il momento di commentare gli scatti, su cui non possiamo che confermare la bontà vista su Huawei P40 Pro che abbiamo definito il miglior camera phone 2020 sulla fascia dei top di gamma. In ottime condizioni di luce si ottengono sempre degli ottimi scatti e di notte o ambienti poco illuminati la modalità notte svolge un ruolo determinante per rimuovere rumore d’immagine e rendere più nitidi e chiari gli scatti.

Buoni i selfie ma soprattutto molto buono lo scontornamento dei soggetti nella modalità ritratto.

In modalità video passa automaticamente sulla cine-camera, ovvero la super grandangolare da 40 megapixel, attenzione quindi. A 30 fps potete passare, durante la registrazione, lungo tutti i vari sensori, mentre a 60 fps purtroppo no. Può registrare comunque fino al 4K di risoluzione con un’ottima qualità anche di stabilizzazione, dato che su tutti i sensori ha l’OIS (al netto della cine camera). Dove Huawei deve migliorare però sulla gradualità dello zoom: eccessivamente scattoso e poco fruibile, alla luce di tutti questi sensori e questo sforzo tecnologico, è ora necessario un impegno sul software per raggiungere la stessa fluidità di zoom garantita ad esempio da iPhone.

Escursione zoom e macro

Modalità notturna

Selfie

Batteria & Autonomia

La batteria di Huawei P40 Pro Plus è da 4200 mAh e grazie alla classica ottimizzazione software della casa e alla sua capacità garantisce una buona autonomia. Riesce a garantire tranquillamente tra le 6 e le 7 ore di utilizzo attivo dello smartphone anche impostando la connettività 5G e il refresh rate dello schermo a 90 Hz.

Da segnalare il supporto alla ricarica rapida a 40 W, della ricarica wireless veloce a 40W e della ricarica inversa wireless a 27 W.

In conclusione

Huawei P40 Pro+ è venduto al prezzo di listino di 1.399 Euro e, per chi lo acquisterà entro il 31 agosto 2020, sono previsti 3 regali:

  • Huawei Freebuds 3i del valore di 99,99 Euro;
  • Huawei Mini Speaker del valore di 29,99 Euro;
  • Huawei Super Charger Wireless (40W) de valore di 129,99 Euro.

Ad alzare vertiginosamente l’asticella del prezzo è indubbiamente il comparto fotografico: Huawei non ha optato per sensori “comuni”, di massa, (come invece ha fatto Samsung su Galaxy S20 Ultra adottando il 108 megapixel di Sony), ma utilizza sensori sviluppati secondo specifiche precise come risoluzione, filtro bayer e doppio periscopio, tutto questo senza abbattere i costi di sviluppo tramite economie di scala.

Di fatto è lo smartphone Android, escludendo i pieghevoli, più costoso sul mercato, superando anche alcuni recenti iPhone. Un prezzo alto, elitario, che se da una parte vuole raccontare la qualità e la cura con cui è stato realizzato, dall’altra ne rappresenterà il maggior ostacolo alla vendita insieme alla mancanza dei servizi e delle app di Google; e proprio per quest’ultimo punto avremmo preferito vederlo a un prezzo meno esclusivo per consigliarvelo.

Huawei P40 Pro+ è disponibile all’acquisto sul Huawei Store.

Pagella

8.2
Design
7.5
Funzionalità
9.0
Prestazioni
10
Fotocamera
9.2
Batteria
9.4