Qualcomm vuole spingere sull’acceleratore dell’apprendimento artificiale e per questo ha rilasciato un SDK dedicato agli sviluppatori per la piattaforma Zeroth, dotata di un motore cognitivo; questo kit di sviluppo permetterà agli sviluppatori di realizzare in modo più semplice programmi di apprendimento approfondito su dispositivi come gli smartphone (a patto che, ovviamente, implementino un chip Qualcomm).

L’apprendimento approfondito è un argomento ancora poco noto – anche per via di una certa complessità – che racchiude architetture come le reti neurali profonde; sebbene non tutti ne siano a conoscenza, nei nostri dispositivi mobili stiamo attualmente sfruttando questo tipo di tecnologia, e i grandi colossi tecnologici si stanno sempre più spingendo verso queste applicazioni.

Aziende come Facebook e Google utilizzano questi sistemi per il riconoscimento vocale e di immagini, anche se tutte le operazioni vengono svolte su cloud; l’SDK rilasciato da Qualcomm per Zeroth permetterà invece agli sviluppatori di realizzare programmi di apprendimento (limitati) in modo locale.

Conseguenze di questo saranno migliorie nel trattamento della privacy e diminuzione della latenza, visto che vengono evitati gli upload su cloud. Questo permetterà alle aziende, ad esempio, di realizzare una propria applicazione di analisi con apprendimento approfondito senza la necessità di disporre di server per dare accesso al servizio ai propri clienti (e al tempo stesso ridurre la complessità della stessa applicazione).

Le limitazioni arrivano però sui componenti, visto che questo SDK supporta solo l’ultimo chip sviluppato da Qualcomm (lo Snapdragon 820); l’azienda non ha per ora confermato in alcun modo una possibile espansione del supporto.

Non c’è dubbio che tecnologie come questa permetteranno ai dispositivi di diventare ancora più smart; la prima azienda ad implementare questo nuovo SDK sarà Nauto, una startup che si occupa di “telecamere da cruscotto” per compagnie responsabili di intere flotte di veicoli: sarà quindi possibile sfruttare l’apprendimento approfondito per analizzare le condizioni di guida o fornire assistenza in caso di incidente.

Qualcomm non è la sola azienda al lavoro in questo campo, visto che anche l’europea Movidius sta lavorando con Google su questi temi già dal 2014; il chip chiamato Myriad è già stato utilizzato nella prima versione del tablet Tango e in alcuni droni.

Gli smartphone, comunque, saranno certamente una delle prime tecnologie a poter giovare in futuro di queste novità; voi che ne pensate?

Via