WhatsApp ha aggiornato i propri termini sulla privacy ad agosto, introducendo sostanzialmente l’integrazione con Facebook e la possibilità di comunicare con le imprese. Fin dal principio questo parziale cambio di rotta da parte di WhatsApp aveva fatto storcere il naso a molti regolatori e i guai per Zuckerberg sembrano non avere fine.

La VZBV (Verbraucherzentrale Bundesverband), ossia la Federazione delle Organizzazioni dei Consumatori Tedeschi, ha dichiarato che questi nuovi termini della privacy sono da ritenersi totalmente illegali, citando in giudizio WhatsApp stessa. Il gruppo sostiene che l’utente finale dovrebbe essere padrone dei propri dati e decidere con la propria testa a chi fornirli e soprattutto decidere in che modo vengano utilizzati da terzi.

Quest’organizzazione non è nuova a muoversi per vie legali in modo da tutelare la privacy dei consumatori, considerando che anche Google è stata costretta in passato a interrompere la cattura di nuove foto per il servizio Google Street View sotto esplicita richiesta della VZBV stessa. Vedremo se questo ennesimo processo cambierà in modo sostanziale l’atteggiamento di WhatsApp e di altri servizi simili nei confronti della privacy dei consumatori.