Nei giorni scorsi un’indiscrezione ha anticipato come sui prossimi flagship di Samsung troveremo con ogni probabilità un display LTPO capace di modulare i 120 Hz di refresh rate di picco in funzione dell’operazione svolta, utilizzando un aggiornamento meno frequente durante le operazioni statiche o quasi per elevarlo fino al picco in caso di film o giochi.

La soluzione, che ricorda quanto fatto da Google con lo Smooth Display dei Google Pixel 4, pare però che possa essere sposata solamente da Samsung Galaxy Note 20+, mentre Samsung Galaxy Note 20 ripiegherà su un display LTPS più tradizionale, probabilmente a 60 Hz, per limitare l’impatto sulla batteria. La seconda differenza tra i due verterà sulla risoluzione dei display, con il più dotato (e costoso) Samsung Galaxy S20+ con un pannello a 1440p quando la variante standard non supererà i 1080p.

Samsung sarebbe pronta ad un’altra operazione di democratizzazione della tecnologia con uno dei dispositivi più ambiti al centro. L’azienda sarebbe al lavoro su un Samsung Galaxy Fold Lite da 1.100 dollari, un obiettivo ambizioso se si pensa che l’intenzione è di non scendere a compromessi sul SoC che sarà lo Snapdragon 865 o l’Exynos 990 a seconda dei mercati.

Le indiscrezioni dicono che l’azienda per far quadrare i conti rispetto al Samsung Galaxy Fold tirerà la cinghia sulle memorie (256 GB di archiviazione contro 512 GB), rinuncerà al 5G, riutilizzerà le colorazioni di Samsung Galaxy Z Flip ed il piccolo display esterno, mentre da questo non mutuerà il vetro ultra sottile. Altri componenti saranno “riciclati” dai prodotti Samsung già in commercio. Vi convincerebbe un’operazione di questo tipo?