Prende le mosse dalla recente sentenza del Consiglio di Stato, con la quale ha di fatto trovato conferma la delibera dell’Agcom sul rimborso automatico, l’ultimatum che FCI (Federazione Consumatori Italiana) ha deciso di lanciare agli operatori telefonici italiani – con specifico riferimento a Fastweb, Vodafone, TIM e Wind Tre – per fare in modo che i suddetti rimborsi relativi alla fatturazione a 28 giorni avvengano in tempi rapidi.

La diffida di FCI a Fastweb, Vodafone, TIM e Wind

In particolare, nella giornata di oggi, 11 febbraio 2020, la Federazione Consumatori Italiana ha inviato una diffida alle compagnie telefoniche attraverso la quale si fa richiesta di restituzione nel termine di 15 giorni delle somme indebitamente percepite per la fatturazione a 28 giorni e delle somme addebitate in seguito alla richiesta di recesso. Si specifica inoltre che, in caso di mancata emissione dei rimborsi, la FCI agirà in giudizio, chiedendo anche il risarcimento danni.

Ecco quanto sottolineato dai rappresentati di Aeci, Aiace, Codici e Konsumer, le quattro associazioni che compongono la Federazione Consumatori Italiana:

«La sentenza del Consiglio di Stato certifica quanto dichiarato dall’Agcom, ovvero che le pratiche avviate con le bollette a 28 giorni erano aggressive, in quanto limitavano la libertà di scelta del consumatore ed il conseguente esercizio del diritto di recesso, riconosciuto dalle norme di settore proprio come tutela a fronte di una variazione contrattuale imposta dalla società. La modifica è stata peraltro realizzata in un contesto di mercato e secondo tempistiche che hanno contribuito ad incidere sulla capacità decisionale dei clienti in merito all’esercizio del recesso, falsando o comunque limitando le capacità dei consumatori nel determinare e comprendere la propria scelta contrattuale. Le compagnie telefoniche adesso non hanno più alibi: i rimborsi devono essere automatici e devono essere effettuati al più presto, perché i consumatori hanno atteso fin troppo».

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