Il mercato degli assistenti smart ha avuto una crescita significativa negli ultimi tempi. In Italia sono dispositivi ancora decisamente poco diffusi, inoltre sono in molti a dubitare della loro la reale utilità. Se da una parte è fuori di dubbio che per molte persone non siano prodotti necessari, è altrettanto evidente che possono tornare utili a molti in determinate circostanze.

Gli assistenti smart stanno prendendo piede presso coloro che hanno preso la decisione di rendere smart il proprio ambiente domestico o di lavoro. Al momento attuale sono principalmente due i produttori impegnati nel mercato di questi accessori: Google ed Amazon.

Poche altre aziende hanno deciso di competere in quest’area, ma dovranno percorrere una strada lunga e tortuosa per sottrarre quote di mercato significative ai due colossi. Una recente rilevazione ha messo in evidenza come Amazon Echo e Google Home, al momento, rappresentano complessivamente il 92% del mercato degli speaker smart.

Questi numeri sono, in verità, meno sorprendenti di quanto possa sembrare, in quanto, come si è detto, al momento la concorrenza è davvero poca. Amazon è stata la prima azienda a credere fortemente in questi prodotti e, secondo quanto riporta Strategy Analtytics, alla fine del Q3 2016 controllava il 93,5% di questo particolare mercato, con la restante quota suddivisa tra gli “altri”.

La situazione è decisamente cambiata nell’ultimo anno in conseguenza dell’arrivo sul mercato di Google Home, tanto che alla fine del Q3 2017 il market share di Amazon si attestava al 66,9%, mentre quello di Big G era pari al 25,3%. Nel 2018 Amazon potrebbe perdere altre quote di mercato a vantaggio di Google, che ha da poco lanciato i nuovi Home Mini e Home Max.

Ad ogni modo, va sottolineato che nell’ultimo anno il mercato degli smart speaker è cresciuto parecchio ed Amazon ha fatto registrare vendite pari a 5 milioni di dispositivi (contro i 900.000 dell’anno precedente), mentre Google Home ha venduto 1,9 milioni di unità. Tra gli altri competitors si possono segnalare i numeri di JD.com, che detiene l’1,6%, di Xiaomi, con l’1,3% e di Alibaba con lo 0,9%.