Sembra che i produttori di smartphone abbiano messo in secondo piano, e forse anche più indietro, gli aggiornamenti dei loro prodotti. Gli aggiornamenti di sicurezza, che molti stanno portando avanti in maniera continua, mascherano quello che in realtà sta diventando un vero e proprio problema che colpisce anche un colosso come Samsung, al quale non mancano certamente le risorse per rilasciare un aggiornamento in tempi ristretti.

Sono lontani i tempi di Jelly Bean che con le sue tre versioni aveva raggiunto il 60% dei dispositivi Android, o di KitKat e del suo 40%. Un rapporto pubblicato da Computerworld, relativo allo stato degli aggiornamenti ad Android 8.0 Oreo da parte dei principali produttori di smartphone negli USA, evidenzia come la situazione sia davvero imbarazzante e come tutti i produttori siano al livelli che sfiorano il ridicolo.

Si salva ovviamente Google, che riesce a portare la nuova versione di Android sui top di gamma attuali in 9 giorni e su quelli della generazione precedente in 18 giorni. Dietro a Google, che viene premiata con una “A” da Computerworld, c’è il vuoto, visto che OnePlus, seconda in questa particolare classifica, riceve una ben più misera “D”.

Il produttore cinese ha impiegato 91 giorni per aggiornare OnePlus 3 e 3T e 138 giorni per aggiornare OnePlus 5, le ultime due generazioni di flagship. Peggio hanno fatto tutti gli altri produttori presi in esame, HTC, Motorola, LG e Samsung, che hanno ricevuto una “F”.

HTC ha aggiornato HTC U11 dopo 99 giorni e non ci sono notizie relative a HTC 10, Moto Z2 Force ha ricevuto Oreo dopo 124 giorni e per Moto Z non ci sono novità, LG G5 e LG G6 non hanno nessun aggiornamento, così come Samsung Galaxy S8Samsung Galaxy S7Samsung Galaxy Note 8, anche se per Galaxy S8 l’aggiornamento dovrebbe essere in roll out proprio in questi giorni.

Se per Samsung non è una vera e propria novità, visto che la strategia sembra quella di vendere nuovi smartphone abbandonando quelli più “datati” (anche se definire datato uno smartphone vecchio di un anno è forse eccessivo), produttori come LG, HTC e Motorola potrebbero puntare sulla rapidità degli aggiornamenti per diversificare la propria offerta e riconquistare quelle quote di mercato che attualmente sembrano loro precluse. I dati di Computerworld sono riferiti al mercato USA trovano riscontro anche in Europa, dove la situazione delle compagnie prese in esame è praticamente la stessa.

Android One potrebbe essere una soluzione, visto che ridurrebbe costi e tempi di sviluppo, ma per il momento sono pochi i produttori che si sono avventurati in questa direzione. Basterà Project Treble a invertire una tendenza che negli anni sembra peggiorare o servirà un radicale cambio di mentalità da parte dei produttori di smartphone? Il box dei commenti è a vostra disposizione.