Nell’ultimo periodo, alcuni produttori di smartphone del panorama Android hanno lentamente iniziato a rendere più duraturo il supporto software dei propri smartphone: gli esempi più virtuosi, al momento, sono Google (che però gioca “in casa”) e Samsung (almeno sulla fascia alta), che offrono un supporto software da 7 anni di aggiornamenti.

Questa possibilità, al momento, dipende esclusivamente dai produttori e il colosso di Mountain View vuole semplificare la faccenda, per far sì che sempre più produttori possano proporre supporti a lungo termine per il proprio dispositivo. Con questo obiettivo, è nato il programma Longevity GRF: scopriamo di cosa si tratta e di come può migliorare la situazione del supporto software a livello generale.

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Cosa è il GRF (Google Requirements Freeze)?

Google Requirements Freeze (GRF) è un programma lanciato da Google nel 2020 con l’obiettivo di semplificare il supporto al sistema operativo Android per produttori di chipset quali Qualcomm e MediaTek.

Tale programma è a sua volta basato su Project Treble, una modifica fondamentale introdotta da Google in Android nel 2017 per semplificare e accelerare il processo di aggiornamento degli smartphone (separando il framework del sistema operativo dal software vendor e dal kernel Linux del livello inferiore).

Google Project Treble - by esper.io

Fino ad allora, il codice di Android era strettamente integrato con le personalizzazioni apportate dai produttori di smartphone: tale integrazione rendeva il processo di aggiornamento molto complesso e dispendioso in termini di tempo, poiché ogni produttore doveva adattare il codice di una nuova versione di Android alle specifiche dei propri dispositivi, sia a quelli da immettere sul mercato che a quelli già in vendita e quindi da aggiornare.

Google Before GRF diagramma - by AndroidAuthority

Per risolvere questo problema, Google ha deciso di congelare (in inglese Freeze) i requisiti (in inglese Requirements) del software del chipset, rendendoli non più retroattivi: invece di richiedere ai produttori di dispositivi di fornire un nuovo software del chipset aggiornato con ogni aggiornamento del sistema operativo Android, è ora possibile distribuire gli aggiornamenti con il software originale con cui il chipset è stato sviluppato.

Cercando di essere ancora più chiari, i produttori di dispositivi possono riutilizzare il software originale del chipset su più versioni di Android e ricevere comunque la certificazione da parte di Google: i produttori di chipset come Qualcomm e MediaTek non devono più aggiornare il software dei loro chipset di volta in volta per soddisfare nuovi requisiti per almeno 3 anni dopo il lancio, riducendo così i costi di sviluppo associati al supporto di diverse combinazioni di software del chipset e diverse versioni del sistema operativo Android: le regole del GRF prevedono il supporto a 4 combinazioni tra sistema operativo Android e software del chipset, invece delle precedenti 10 se volessero supportare 3 anni di aggiornamenti.

Google GRF diagramma - by AndroidAuthority

Da “GRF” a “Longevity GRF”

Google ha compreso benissimo la situazione attuale, in cui anche uno smartphone di qualche anno fa continua ad essere perfettamente utilizzabile, e per questo, a inizio 2024 (tramite un evento dedicato ai produttori) ha annunciato una evoluzione del programma GRF, chiamata Longevity GRF.

Longevity GRF punta ad allungare il supporto software fino a sette anni: ad esempio, un dispositivo lanciato con un chipset il cui software è stato sviluppato per Android 15, potrà essere aggiornato (senza richiesta di aggiornamenti per il software del chipset) ad Android 16 e tutte le altre versioni successive fino ad Android 22.

Purtroppo, però, non è tutto oro quel che luccica: secondo quanto previsto dal programma, sebbene sia possibile utilizzare il software originale del chipset, i produttori di dispositivi dovranno aggiornare la versione del kernel Linux dopo 3 anni (rifacendoci all’esempio di prima, verrebbero richiesti aggiornamenti del kernel Linux per Android 18 e uno per Android 21).

Inoltre, Google non consentirà ai produttori di dispositivi di lanciare nuovi dispositivi con versioni di Android che sono quattro versioni più recenti di quella per cui il software vendor è stato originariamente sviluppato (ad esempio, un chipset sviluppato per Android 15 non potrà essere usato per uno smartphone da lanciare con Android 19).

Come potete vedere dal grafico seguente, infatti, il ciclo di vita di 8 anni previsto da Longevity GRF (dove il primo è quello del lancio del dispositivo e l’ottavo è quello del settimo anno di aggiornamenti) viene suddiviso il due fasi: nella prima, è consentito il lancio di nuovi dispositivi con chipset “vecchi” e l’aggiunta di nuove funzionalità; nella seconda, è consentito il solo rilascio di aggiornamenti.

Google Longevity GRF diagramma - by AndroidAuthority

Qualcomm Snapdragon 8 Elite è il primo chip del programma Longevity GRF

Qualcomm ha recentemente presentato il nuovo Snapdragon 8 Elite, SoC di punta per dispositivi del panorama Android che promette prestazioni di altissimo livello a tutto tondo. Il vicepresidente di Qualcomm, Christopher Patrick, ha fatto sapere che Snapdragon 8 Elite offrirà un supporto di ben 8 anni (quindi sette anni di aggiornamenti dal primo).

Di fatto, sebbene non vi siano conferme ufficiale da parte di Google, dalla stessa Qualcomm o da produttori che utilizzeranno questo chip, sembra che Snapdragon 8 Elite possa essere il primo chip a far parte del programma Longevity GRF.