Gli smartphone sono strumenti potentissimi, capaci di concentrare un numero spropositato di funzioni e possibilità nel palmo di una mano, ma messi a disposizione di utenti che — per la loro giovane età e mancanza di esperienza — non sono e non possono essere in grado di gestirli in maniera adeguata, rappresentano anche una potenziale fonte di pericolo; per questo motivo, sono in atto delle riflessioni volte a dar vita ad una legislazione sull’uso degli smartphone da parte dei minori, e ciò potrebbe avere delle importanti ripercussioni sul lavoro di tutti gli OEM.

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Smartphone e minori: leggi per prevenire i pericoli

Il tema dell’utilizzo degli smartphone da parte degli utenti più giovani e sui rischi che esso comporta è ampiamente dibattuto da diversi anni: già nel 2019 — tanto per fare un esempio — si descriveva la dipendenza degli adolescenti dagli smartphone come un problema sempre più serio; non molto tempo dopo, proprio in Italia era stata avanzata la proposta di vietare per legge l’utilizzo di tali strumenti da parte dei minori di 14 anni; come potrete facilmente immaginare, sono le piattaforme social a rappresentare un importante fattore di rischio. Avvicinandoci maggiormente ai nostri giorni, torna utile richiamare l’attenzione sulla proposta ancora più stringente avanzata nel Regno Unito: si parla di un divieto esteso fino ai minori di 16 anni.

Riavvolto il nastro, veniamo alle ultime novità provenienti dalla Cina: mosso dalle preoccupazioni destate dalla dipendenza da smartphone sempre più diffusa in età giovanile, il paese — come riporta CNBC — si avvia verso la creazione di una legislazione finalizzata a ridurre drasticamente il tempo che i più giovani possono trascorrere ogni giorno dinanzi allo schermo di uno smartphone.

Senza voler entrare nel merito delle difficoltà di disciplinare adeguatamente una materia del genere, è opportuno piuttosto parlare delle possibili implicazioni che leggi del genere avrebbero sul mondo degli smartphone. Appare evidente, infatti, che, al fine di rendere possibile la concreta applicazione di leggi del genere, dovrebbero essere i produttori di smartphone e gli sviluppatori dei sistemi operativi ad implementare dei controlli adeguati, se non addirittura una modalità d’uso dedicata ai minori.

Allo stato attuale, il quadro è tutt’altro che chiaro: non è scontato, infatti, individuare in maniera esatta i responsabili della creazione di strumenti come quelli descritti: da una parte, la responsabilità potrebbe ricadere sugli OEM, vale a dire sui vari Samsung, Xiaomi, OnePlus e tutti gli altri nel mondo Android e la sola Apple per iOS. Dall’altra, l’onere della creazione di una minor mode potrebbe ricadere direttamente su chi sviluppa i sistemi operativi, dunque Google e… Apple.

Cosa propone la Cina

La nuova legislazione proposta in Cina per disciplinare questa materia prevede di limitare a due ore l’utilizzo giornaliero degli utenti di età compresa tra i 16 e i 18 anni; per gli utenti ancora più giovani, il limite sarebbe più che dimezzato: dagli 8 ai 16 anni non si potrebbero superare i 40 minuti di utilizzo quotidiano. La proposta non si limita ad individuare un limite massimo, ma fissa altresì una specie di coprifuoco: ai minori sarebbe fatto divieto di utilizzo dello smartphone nella fascia oraria compresa tra le 10 pm e le 6 am.

Da un punto di vista meramente teorico, l’implementazione di una modalità dedicata ai minori renderebbe tali restrizioni di agevole applicazione, ma resta un ulteriore dettaglio da chiarire: dovrebbero essere i genitori a tenere sotto controllo l’utilizzo dello smartphone da parte dei figli minori, oppure tale potere verrebbe accentrato dal governo cinese? Allo stato attuale, questo profilo della question rimane incerto, ma la seconda ipotesi non sarebbe comunque assurda: la Cina ha già provato in passato a controllare la vita digitale dei propri cittadini e già adesso limita l’attività di gaming dei bambini a sole tre ore a settimana.

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