Un nuovo studio condotto nel Regno Unito conferma ciò che probabilmente già in tanti temevano: l’uso (o, persino, l’abuso) dei vari social media è sempre più legato a problemi di salute mentale per i giovani e i giovanissimi.

Si tratta di un argomento piuttosto controverso, in quanto alcuni studiosi ritengono che social come TikTok o Instagram non rappresentino fenomeni completamente negativi per i ragazzi ma i problemi che possono causare sono molteplici, da quelli legati all’accettazione del proprio corpo allo sviluppo e diffusione di forme di violenza o razzismo.

Stando a quanto emerge dal nuovo studio britannico, l’aspetto difficile è stato riuscire a capire quali adolescenti sono a rischio e quando, in modo da consentire agli esperti di sviluppare apposite strategie per aiutarli: l’adolescenza, infatti, è un periodo della vita caratterizzato da continui cambiamenti e i rapporti con i social network influiscono sullo sviluppo dei giovanissimi in modi del tutto personali, non consentendo di predisporre apposite categorie.

In particolare, secondo lo studio l’utilizzo dei social nei più giovani può avere effetti nel livello di soddisfazione della propria vita anche se, avvertono gli studiosi, è possibile dimostrare soltanto la relazione, non potendosi tenere conto di tutti gli altri aspetti che possono avere un’influenza più o meno grande.

Il Moige prova a insegnare come usare social e Web

E un’altra indagine, condotta dall’Istituto Piepoli per conto del Moige, conferma che gli effetti della pandemia di Coronavirus e delle conseguenti restrizioni sono stati a dir poco devastanti per i giovani, per i quali i dispositivi tecnologici hanno finito per sostituire in gran parte le normali relazioni umane.

Da quando è iniziata la pandemia, il tempo trascorso davanti ai device tecnologici è aumentato del 67% (in particolare smartphone e consolle gaming) e tra le conseguenze di questo vero e proprio abuso vi sono due dati che fanno riflettere: l’87% dei genitori ha riscontrato effetti negativi sui figli e il 52% ha notato una “perdita del contatto fisico” con gli altri.

Sono i ragazzi delle isole ad avere risentito maggiormente di effetti negativi per l’aumento del tempo trascorso con lo smartphone (il 94% degli intervistati) anche se nel 77% dei casi viene riconosciuto ai device tecnologici il merito di avere in parte compensato la mancanza di relazioni e aiutato a superare i momenti difficili del lockdown.

Il Moige ha deciso di avviare una campagna di sensibilizzazione che coinvolgerà 400 scuole primarie e secondarie in tutto il Paese con l’obiettivo di diffondere una cultura digitale, con particolare riferimento al corretto utilizzo dei social network e dei vari servizi Web e di accendere i riflettori sui tanti rischi che la Rete nasconde.