Nella giornata di ieri, durante la consueta conference call di TIM, l’AD Pietro Labriola ha presentato i risultati del primo trimestre del 2023 e ha discusso della situazione dei prezzi in Italia, sia relativamente alle nuove tariffe all’ingrosso (o wholesale) che agli aumenti di prezzo tramite rimodulazioni per i clienti del settore retail.

Labriola ha spiegato che la situazione dei prezzi in Italia di TIM, sia all’ingrosso che al dettaglio, ha assunto degli “sviluppi positivi”. Per quanto riguarda il segmento wholesale, i prezzi di accesso regolamentati per il 2023 sono stati recentemente approvati dalla Commissione UE e da AGCOM. Rispetto al 2022, le nuove tariffe wholesale di TIM possono essere applicate retroattivamente a partire dal 1° Gennaio 2023, con un impatto positivo sui ricavi a partire dal secondo trimestre del 2023.

Le nuove tariffe wholesale di TIM per il 2023 prevedono una riduzione dei prezzi per i servizi di accesso in fibra e un aumento per quelli in rame. Nonostante il divario rispetto agli altri mercati dell’Unione Europea si sia ridotto, Labriola ha sottolineato che c’è ancora molto da fare su questo fronte.

Questo aumento delle tariffe all’ingrosso eserciterà pressioni sugli altri operatori verso un rialzo dei prezzi, ha affermato Labriola durante la sessione di domande e risposte, ricordando anche come sia “impossibile continuare a costruire la rete se non si ha un ritorno”. Per questo motivo l’aumento delle tariffe viene considerato un grande risultato.

Cosa succederà ai clienti TIM

Per quanto riguarda il mercato retail di TIM, l’AD ha specificato che l’operatore ha quasi completato la prima ondata di aumenti di prezzo tramite rimodulazioni comunicate nel primo trimestre del 2023, che riguardava circa 4,3 milioni di linee fisse e circa 2,1 milioni di linee mobili. In questa prima ondata di rimodulazioni del 2023, l’operatore sta osservando un tasso di abbandono molto più basso del previsto.

TIM ha rassicurato che farà di più sul fronte degli aumenti di prezzo sui già clienti nei prossimi mesi, e il tasso di abbandono inferiore alle aspettative rappresenta un buon incentivo per realizzare gli obiettivi di profitto dell’operatore. In questo senso anche gli operatori concorrenti stanno seguendo lo stesso approccio di TIM, segno che, sempre secondo l’AD, il mercato comincia a essere “più razionale e maturo” su questo argomento.

Nel frattempo l’operatore sta ancora aspettando l’esito della consultazione di AGCOM, che ha pubblicato uno schema di delibera per regolamentare la possibilità per gli operatori di aumentare i prezzi delle offerte in base all’andamento dell’inflazione, senza che questo venga considerato un cambiamento del contratto.

Finché AGCOM non ne verrà fuori con un regolamento fatto e finito, TIM continuerà a monitorare la situazione per adattarsi alle nuove normative, per evitare sanzioni come quella di un paio di mesi fa.

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