Google ha recentemente affermato di essere al lavoro per cercare di risolvere uno dei problemi che attanaglia Android da più tempo, ovvero quello legato alla gestione delle app in background.

In occasione del Google I/O, svoltosi la scorsa settimana, il colosso di Mountain View ha evidenziato quali sforzi stia mettendo in campo nell’affrontare il problema da più punti di vista.

Android: Google tenta di risolvere i problemi con le app in background

Il problema della gestione delle app in background è presente in Android da tanto tempo e, sebbene Google offra linee guida su come i dispositivi dotati del sistema operativo del robottino verde debbano gestire i processi in background, i produttori si adoperano in prima persona per cercare di gestire come meglio credono l’efficienza energetica dei propri dispositivi, spesso e volentieri tramite un’interruzione forzata (e invasiva) di tutti i processi legati al corretto funzionamento di un’app.

All’interno del video “Best practices for running background work in Android”, Jing Ji, ingegnere del software di Android, ha parlato delle difficoltà che Google ha dovuto affrontare, dal momento che si è reso necessario mettere d’accordo più teste, ovvero i vari produttori che desiderano ardentemente ottimizzare l’autonomia dei propri dispositivi pur implementando modalità per le quali non è stato progettato Android.

Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo visto produttori di dispositivi introdurre varie restrizioni per le app e spesso non sono documentate. Ciò può rendere difficile per gli sviluppatori di app il cui servizio in primo piano, ad esempio, potrebbe funzionare come previsto sul dispositivo di un produttore ma essere chiuso inaspettatamente su un altro.

Serve una maggiore coerenza? Android 13 proverà a metterci una pezza

Google e i vari produttori di dispositivi Android hanno lavorato fianco a fianco per garantire una maggiore coerenza nelle restrizioni che il sistema operativo impone alle app in background. Big G ha cercato (e sta cercando) di introdurre funzionalità standard a livello di sistema per la gestione della batteria, in modo da rendere superfluo qualsiasi ulteriore intervento da parte dei vari produttori.

Le prime modifiche in tal senso vedranno la luce con Android 13 che introdurrà la possibilità di tenere traccia, in maniera più precisa, del consumo energetico delle singole applicazioni, sia per quanto concerne il consumo in primo piano, che per quanto concerne il consumo in background che, addirittura, per quanto concerne il consumo di un singolo servizio legato a un’app. Abbiamo già intravisto qualcosa nella Developer Preview 2 di Android 13, tramite una nuova opzione sviluppatore chiamata TARE (The Android Resource Economy). Gli utenti verranno inoltre avvisati quando un’app sta consumando la batteria in background.

Il nuovo servizio TARE di Android 13

Queste funzionalità saranno introdotte mediante un aggiornamento dell’API JobScheduler. Secondo Google, con queste modifiche il sistema stesso sarà in grado di valutare e prevedere quando un utente potrebbe aprire una determinata applicazione, in modo da pianificare efficacemente tutto il lavoro di contorno (pre-caricamento) necessario per l’apertura dell’app.

Questa rinnovata API di Android sarà anche in grado di comprendere al meglio quali processi siano quelli giusti da interrompere, in caso di autonomia residua risicata o di dispositivo messo sotto stress (ad esempio per alte temperature), scegliendo di interrompere quelli che impatteranno meno sull’esperienza utente.

App efficienti = miglioramenti su tutta la linea

È una cosa abbastanza ovvia ma Google sottolinea che gran parte del lavoro per risolvere i problemi legati alla gestione dei processi in background su Android potrebbe essere assolto direttamente tramite lo sviluppo di app il più possibile efficienti, ovvero che riescano a garantire il giusto connubio tra buone prestazioni e un’ottimale richiesta di risorse.

Non sappiamo se queste linee guida, unite alle nuove funzionalità che vedremo presto con Android 13, faranno la differenza ma, di certo, Google continua a spingere per risolvere il problema e sta mostrando una discreta apertura al dialogo.

Chissà se con Android 13 spariranno tutti quei sistemi per l’ottimizzazione morbosa delle prestazioni del dispositivo che vengono puntualmente introdotti dai vari produttori e che spesso, anche piuttosto recentemente, hanno loro creato grattacapi. Vero Samsung e Xiaomi?