La guerra conseguente all’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina è ancora una drammatica realtà — i colloqui di Istanbul hanno aperto qualche spiraglio, ma la svolta ancora non c’è stata — e in questa sede ci occupiamo di due notizie che chiamano in causa altrettanti giganti del settore tecnologico, vale a dire Samsung e Google.

Samsung prende posizione: via la “Z” dai nomi di Galaxy Fold3 e Flip3

Di fronte ad una situazione come questa, è giusto — anzi doveroso — prendere una posizione chiara e netta e la mossa di Samsung è significativa.

Nei giorni scorsi è rimbalzata un po’ ovunque la notizia della rimozione del logo con la lettera Z — dapprima utilizzata sui mezzi e carri armati russi e poi divenuta una sorta di simbolo per manifestare il proprio sostegno all’invasione — da parte della compagnia assicurativa Zurich per non essere in alcun modo associata all’invasione russa. Ebbene, la scelta operata da Samsung sembra andare nella stessa direzione: il produttore sudcoreano ha adottato il brand “Galaxy Z” per i propri smartphone pieghevoli sin dal 2020, tuttavia adesso sembra aver fatto un passo indietro in alcune parti d’Europa.

Gli ultimi smartphone pieghevoli del produttore sono generalmente noti con i nomi Samsung Galaxy Z Fold3 5G (ecco la nostra recensione) e Samsung Galaxy Z Flip3 5G (ecco la nostra recensione), tuttavia in alcuni Paesi europei è stata rimossa la lettera Z dal nome. Allo stato attuale il cambiamento risulta già visibile sullo store ufficiale Samsung per Estonia, Lettonia e Lituania, che confinano con la Russia. Il noto leaker Ishan Agarwal è stato tra i primi ad adocchiare la novità e ha altresì riferito che Samsung ha già provveduto a stampare delle nuove confezioni di vendita col nome dei prodotti aggiornato. Al momento il cambiamento sembra limitato ai soli tre mercati menzionati, sullo store italiano ad esempio viene ancora riportato il nome originale con la Z.

samsung galaxy fold3 rimossa Z

 

Allo stato attuale, Samsung non ha ancora fornito un commento ufficiale su questa decisione, tuttavia non sarebbe la sua prima presa di posizione sul conflitto: già agli inizi del mese il produttore sudcoreano aveva annunciato la sospensione delle spedizioni di smartphone e chip in Russia.

Un’alternativa russa al Google Play Store: NashStore

La seconda notizia chiama in causa Google: il colosso di Mountain View ha messo in campo diverse iniziative sin dall’inizio della guerra in Ucraina. Tra le altre, si può ricordare la sospensione delle informazioni in tempo reale su traffico e incidenti su Google Maps, la sospensione delle vendite di annunci pubblicitari e delle monetizzazioni e dei pagamenti su YouTube e Google Play e (sulla scorta della loro sospensione da parte dell’UE) il blocco dei canali YouTube russi che diffondevano disinformazione sulla guerra (a partire da Sputnik e RT/Russia Today).

Ebbene, pare proprio che le iniziative di Google abbiano indispettito la Russia, che adesso è intenzionata a costruirsi in casa un’alternativa al Google Play Store della statunitense Alphabet. Gli sviluppatori russi sono attualmente al lavoro su tale progetto, che dovrebbe vedere la luce il prossimo 9 maggio (quando a Mosca si celebra la ‘Giornata della vittoria’ sulla Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale).

Vladimir Zykov, direttore dei progetti presso la Digital Platforms (organizzazione che si occupa di digitalizzazione), ha riferito che: «Purtroppo, i russi non possono più usare normalmente Google Play per acquistare app e gli sviluppatori hanno perso le loro fonti di reddito. Per questo motivo abbiamo creato un negozio di applicazioni russo, NashStore». Il termine nash è traducibile in inglese come our, dunque il nome dello store sarebbe traducibile in OurStore. 

NashStore sarà compatibile con i dispositivi Android e dovrebbe supportare le carte di credito del circuito di pagamento russo Mir.

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