Huawei si appresta a lanciare nel mese di ottobre i propri nuovi flagship della serie Mate 40, tuttavia, pur non avendo alcuna intenzione di posticiparne il debutto, potrebbe presto trovarsi a fare i conti con una carenza di componentistica hardware: i processori disponibili starebbero già scarseggiando. A questo proposito va registrata la candidatura della SMIC, che ha già inoltrato agli USA la richiesta dell’autorizzazione per riprendere le forniture di chipset a Huawei.

Huawei ha pochi Kirin 9000 per la serie Mate 40?

Sebbene Huawei abbia già manifestato la propria volontà di non ritardare l’arrivo della serie Mate 40, potrebbero presto sorgere delle difficoltà tutt’altro che di secondaria importanza.

Cuore pulsante dei nuovi modelli di punta del produttore cinese è il nuovo SoC proprietario HiSilicon Kirin 9000 a 5 nm con modem 5G built-in. Secondo i primi report, Huawei aveva ordinato a TSMC la produzione di 15 milioni di unità, tuttavia le ultime voci emerse su Weibo parlano di soli 8,8 milioni di chipset a disposizione di Huawei.

Se queste indiscrezioni dovessero trovare conferma, vorrebbe dire che il produttore potrebbe avere fi da subito delle oggettive e apparentemente insormontabili difficoltà a vendere Huawei Mate 40 e Huawei Mate 40 Pro.

Basti pensare che lo scorso anno la serie Huawei Mate 30, pur arrivata in un clima di incertezza per via del ban degli USA, era stata venduta in 12 milioni di unità in pochissimo tempo. Insomma, Huawei potrebbe non riuscire a coprire nemmeno la domanda iniziale di Mate 40/Mate 40 Pro.

SMIC in soccorso di Huawei (forse)

Lo scorso 15 settembre sono entrate in vigore le ultime misure restrittive dell’amministrazione Trump contro Huawei, costate alla casa cinese importanti fornitori.

Allo stato attuale, le restrizioni prevedono che tutte le aziende intenzionate a fornire a Huawei proprietà intellettuale, prodotti o componenti che facciano uso di software, tecnologie e quant’altro americani, abbiano bisogno di ottenere una licenza speciale dal governo USA.

Le misure restrittive hanno dunque coinvolto i maggiori chipmaker del mondo, tra cui Samsung, HK Hynix, Qualcomm, MediaTek e SMIC (Semiconductor Manufacturing International Corporation). Tutte le aziende in questione, compresa la cinese SMIC – come confermato da un portavoce a CGTN – hanno già inoltrato la richiesta necessaria, ma l’US Department of Commerce non si è ancora espresso in merito.

In attesa di capire quali saranno le sorti di queste richieste, si può già registrare una notizia politicamente significativa: le misure dell’amministrazione Trump contro Huawei sono chiaramente parte integrante della guerra commerciale tra USA e Cina. Il fatto di aver costretto un’azienda cinese come la SMIC a dover chiedere il permesso agli USA per poter fare affari con un’altra azienda cinese quale è Huawei, è degno di nota.

Tornando invece al discorso tecnico, la concessione del permesso alla SMIC da parte del US Department of Commerce non è così scontata (la stessa SMIC rischia seriamente di finire nella Entity List) e, se anche dovesse essere accordato, difficilmente potrebbe risultare decisivo per Huawei.

Infatti i principali player del mercato dei chipset – Samsung, Qualcomm e TSMC – sono pronti alla produzione in serie di chipset a 5 nm, quelli che servono a Huawei per il Kirin 9000 che dovrà far funzionare i propri prossimi modelli di fascia premium.

Dal canto suo la SMIC allo stato attuale non riesce a spingersi oltre i 14 nm, insomma non sarebbe comunque in grado di risolvere i problemi di Huawei legati alla carenza di chipset per la serie Mate 40.

A questo punto non ci resta che aspettare la decisione del US Department of Commerce sulle autorizzazioni richieste dai vari Samsung, HK Hynix, Qualcomm e MediaTek, che potrebbe risultare decisiva per le sorti dei nuovi Huawei Mate 40, Huawei Mate 40 Pro e non solo.

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