Dopo Cittadinanzattiva e TIM anche AECI, l’Associazione Europea Consumatori Indipendenti, ha deciso di cercare di fare chiarezza sulle pratiche di Iliad, il nuovo operatore attivo in Italia; AECI ha inviato un esposto a AGCOM, AGCM e al Garante della Privacy per appurare se la condotta di Iliad possa ritenersi scorretta.

Diversi i punti messi in luce da AECI, alcuni dei quali abbiamo avuto modo di discuterne nelle settimane scorse; innanzitutto AECI pone attenzione sul termine “per sempre” utilizzato dall’operatore per definire i tempi di validità della propria promozione: secondo l’Associazione, infatti, “per sempre” non indica un’informazione precisa, e Iliad stessa si riserva la possibilità di modificare le condizioni economiche del contratto (articolo 9 delle condizioni generali del contratto). Sempre a tal riguardo, secondo l’articolo 7 Iliad può sospendere il servizio dando preavviso al cliente con qualunque mezzo a disposizione e senza dover provvedere ad alcun rimborso: ciò pone il cliente in posizione di svantaggio, perché non ci sono i mezzi per valutare i comportamenti che possono portare alla sospensione del servizio.

AECI ritiene pertanto poco trasparenti le condizioni del contratto, trasparenza che ricordiamo essere una delle caratteristiche vantate da Iliad stessa. Per quanto concerne l’offerta economica, AECI ha ritenuto poco trasparenti le informazioni date per quanto riguarda i costi di traffico extra soglia, le procedure di attivazione e, ad esempio, la decisione di visualizzare sul sito il prezzo del canone mensile (5,99 Euro) ma senza il costo di attivazione della SIM.

Secondo AECI il costo di 9 Euro applicato per ogni GB oltre la soglia prevista dalla promozione sarebbe contrario alla delibera AGCOM 326/10/CONS, che richiede agli operatori di cessare la connessione dati una volta superata la soglia senza ulteriori addebiti. Oltre a questo, AECI sottolinea ancora una volta la poca chiarezza nel discorso del traffico dati disponibile all’estero, con la diatriba successiva alla presentazione dell’offerta tra chi aveva inteso fossero disponibili 32 GB e non 2 GB.

Ultimo punto messo all’attenzione da AECI riguarda la cosiddetta “firma digitale” utilizzata da Iliad, la quale altro non è se non un token ricevuto tramite SMS; questo non rispetterebbe le caratteristiche richieste ad una “firma digitale”, che sono l’autenticità, l’integrità e il non ripudio (ovvero l’impossibilità di disconoscere la propria firma).

Che ne pensate della condotta di Iliad? Secondo voi ci sono gli estremi per reputarla scorretta?

Aggiornamento del 16/06/2018: Iliad ha rilasciato una posizione ufficiale sulla questione, così da esprimere il suo punto di vista e dire le cose come stanno.

“Riceviamo con sorpresa la notizia di un esposto nei confronti della nostra azienda, quando sono chiari a tutti gli effetti positivi che il nostro ingresso sul mercato delle telecomunicazioni può generare per i consumatori. Abbiamo fatto della semplicità e della trasparenza il nostro principio identitario e saremo ben contenti di chiarire ogni dubbio anche rispetto ai minimi dettagli contrattuali che ci vengono puntualizzati in queste ultime ore, così come saremo felici di dimostrare agli utenti che la nostra offerta è e sarà tale per sempre per chi la sottoscriverà.”