Ieri sera, nel corso del preannunciato evento milanese, Huawei ha presentato ufficialmente per il mercato italiano il suo primo smartphone 5G, il gigantesco Mate 20X 5G e naturalmente non potevano mancare delle domande ai dirigenti della casa cinese sul tema caldissimo della controversia non ancora del tutto appianata con gli Stati Uniti, al netto di confortanti ma non ancora chiarissimi segnali di apertura.

In particolare Pier Giorgio Furcas, deputy general manager di Huawei ha dichiarato alla stampa, nel corso dell’evento di presentazione del nuovo smartphone,  come il legame del colosso cinese con l’Italia rimanga solido, al punto tale che il mercato italiano, in cui il brand ha scalato in pochi anni le classifiche di vendita e si è guadagnato l’apprezzamento e la fiducia degli utenti, sia stato di fatto il meno colpito dagli effetti della guerra commerciale in atto tra Washington e Pechino. A tale riguardo, ad aprile Huawei rappresentava il 29% del mercato mobile e il dirigente ha affermato che a fine maggio “… c’è stata una flessione, ma abbiamo iniziato subito a recuperare“.

Continuando a parlare di numeri infatti, da un’indagine condotta da Huawei stessa è emerso che il 36% degli utenti avrebbe rimandato ma non accantonato del tutto l’acquisto di device del brand; il 75% degli utenti intervistati si sarebbe mostrato consapevole della questione di natura geopolitica alla base del ban degli USA. Peraltro, stando a quanto dichiarato, dal giorno dell’ufficializzazione del ban la reputazione di Huawei sarebbe addirittura migliorata del 14%.

Nulla è cambiato. I nostri dispositivi funzionano, sia quelli già in circolazione sia quelli che stanno arrivando sul mercato“, ha dichiarato il dirigente con un ovvio riferimento al Mate 20X 5G appena presentato e all’attesissimo smartphone pieghevole Mate X, il cui arrivo nei negozi è stato confermato per il mese di settembre. Furcas ha poi proseguito rassicurando sulla questione update: “Gli smartphone avranno i servizi di Google, le app, gli aggiornamenti di sicurezza e del sistema operativo… Facebook e WhatsApp ad esempio, non smetteranno di funzionare”.

Su questo si erano comprensibilmente concentrati i maggiori timori degli utenti Huawei dopo la “data fatidica” del 20 maggio scorso, quando gli Stati Uniti di Trump avevano ufficialmente inserito Huawei nella lista nera del commercio che impedirebbe alle aziende USA di venderle prodotti. Al netto della sospensione di tre mesi del ban e dei modi in cui le aziende statunitensi avevano comunque trovato per continuare a fare affari milionari con Huawei, un momento di svolta è arrivato in occasione del G20, che ha messo finalmente uno di fronte all’altro Trump e il suo omologo cinese Xi Jinping facendo registrare i primi importanti segnali di apertura.