Durante un’intervista fiume rilasciata a Fortune, il CEO di HuaweiRen Zhengfei, ha parlato molto dello sviluppo di HarmonyOS e del supporto ad Android. Il CEO non nasconde come il blocco USA di Huawei abbia accelerato di molto lo sviluppo del suo sistema operativo proprietario, a tal punto da dover essere pronto a competere con iOS e Android nel giro di appena due anni.

L’azienda è ben conscia che il ban voluto da Trump non andrà da nessuna parte, almeno non subito, nonostante Huawei resti ancora estremamente disponibile per cercare di risolvere il problema e sia addirittura disponibile a concedere in licenza le tecnologie relative all’utilizzo del 5G.

Malgrado la difficile situazione che vede i nuovi Huawei Mate 30 e Huawei Mate 30 Pro sprovvisti dei servizi Google anche se è in qualche modo possibile aggirare il blocco con HiSense Restore, il colosso è riuscito a chiudere il terzo quarto del 2019 con una importante crescita, segno che il mercato è ancora estremamente fiducioso sul futuro dell’azienda.

huawei harmonyos supporto android

Se il futuro della divisione mobile è quindi legato ad HarmonyOS, Ren Zhengfei sottolinea che il supporto ad Android non andrà da nessuna parte – almeno per ora – anche perché lo sviluppo di HarmonyOS richiederà ancora anni affinché possa diventare una alternativa valida. Huawei vuole continuare ad essere uno dei player più importanti nello sviluppo dell’OS di Google, malgrado tutte le difficoltà che sta attraversando in questi ultimi mesi.

L’intervista ci permette però di capire come Huawei sia estremamente convinta delle proprie capacità, al punto tale da voler diventare completamente indipendente dalle aziende americane nel giro di 2/3 anni. Del resto già adesso sappiamo che l’intera infrastruttura 5G (codice, hardware, moduli di test) sono sviluppati interamente da Huawei, senza nemmeno un chip proveniente da aziende statunitensi.

Ren Zhengfei è conscio che il braccio di ferro con Trump possa avere una ricaduta sul bilancio dell’azienda di circa 10 miliardi di dollari (contro i 20-30 calcolati durante le prime fasi del ban USA), ma questo di certo non ferma Huawei dal voler continuare ad essere leader del settore hi-tech.