Interrogato durante la Huawei Developer Conference 2019, il produttore si è lasciato andare su ulteriori dettagli circa HarmonyOS, il sistema operativo presentato proprio in occasione di questo evento e che vedrà la luce inizialmente su dispositivi intelligenti come smartwatch o speaker.

Le domande, inizialmente incentrate sullo sviluppo della EMUI, hanno subito preso una direzione diversa, con Huawei interrogata sul futuro di HarmonyOS e di come questo andrà a influire sul mercato nel caso in cui il produttore dovesse perdere definitivamente l’accesso a Google.

Il presidente della divisione software di Huawei ha dichiarato che HarmonyOS manterrà diverse linee stilistiche della EMUI 10 basata su Android Q, nonostante si tratti di due team di sviluppo diversi, per evitare confusione o spaesamento nei consumatori che possiedono già uno smartphone del brand.

In merito al futuro degli smartphone, Huawei è stata abbastanza contraddittoria al riguardo, dichiarando che è intenzionata a lavorare il più possibile con Google, con il quale ha stipulato un accordo commerciale per avere l’accesso allo sviluppo di Android Q per tutti gli smartphone in commercio e attualmente in sviluppo.

Per questo motivo HarmonyOS non arriverà sugli smartphone del produttore per almeno 12 mesi, trascorsi i quali tutto dipenderà dal risultato del Ban Huawei. Questo vuol dire che i prossimi Huawei Mate 30 arriveranno con l’ultima versione del robottino verde, così come dispositivi attualmente in commercio come P30 e Mate 20 verranno regolarmente aggiornati alla nuova versione di Android.

Se al termine di questi 12 mesi dovesse esserci un passaggio ufficiale ad HarmonyOS, quest’ultimo diverrà un’esclusiva dei dispositivi che verranno rilasciati dal prossimo anno in poi, mentre quelli rilasciati o aggiornati nel corso del 2019 resteranno bloccati all’ultima versione di Android.

Per quanto riguarda la privacy e gli aggiornamenti di sicurezza, Huawei ha rassicurato tutti i consumatori: la maggior parte delle criticità che vengono scoperte ogni mese risiedono nella versione AOSP di Android che, essendo open source, continuerà ad essere a disposizione del produttore che potrà quindi sviluppare autonomamente le patch di sicurezza.

I fan di Huawei possono in definitiva dormire sonni tranquilli: che avvenga o meno il passaggio ad HarmonyOS, l’esperienza utente resterà quanto più possibile vicina a quella attualmente in commercio, ed è proprio questo che interessa alla maggior parte dei consumatori.