Il primo Google Pixel e Google Pixel XL sono stati i primi smartphone dell’azienda a discostarsi dall’economicità della famiglia Nexus per andare incontro agli utenti che vogliono smartphone più premium: ma i difetti non sono mancati al lancio. Molti acquirenti hanno lamentato problemi ad uno dei microfoni, che portava a chiamate difficoltose e incertezze nel riconoscimento vocale da parte dell’assistente Google. L’azienda californiana ha riconosciuto il difetto, affermando che l’1% dei Google Pixel aveva una saldatura difettosa sul microfono.

Google ha poi affermato che avrebbe rinforzato la connessione difettosa sugli smartphone prodotti successivamente, ma nel frattempo ha continuato a vendere quelli problematici: è questo che ha fatto aprire ad alcuni utenti una causa verso l’azienda, che finalmente è in via conclusiva. Google sembra essersi accordata per pagare gli acquirenti dei Google Pixel difettosi 500 dollari, fino a 350 dollari per ogni smartphone difettoso acquistato; persino chi non ha avuto problemi potrebbe ricevere fino a 20 dollari. Il totale stimato per i risarcimenti è di 7,25 milioni di dollari, o perlomeno questa è la cifra dell’accordo, che verrà confermata non appena la corte approverà tutta la questione.

Non è una causa nuova per l’azienda, dato che appena lo scorso mese se n’è conclusa un’altra riguardante i bootloop dei Nexus 6P, col risultato di dover pagare gli utenti 9,75 milioni di dollari, congiuntamente a Huawei, produttore dello smartphone.