Manca più di un mese alla presentazione ufficiale della nuova generazione, la terza, di Google Pixel, ma a quanto pare il colosso di Mountain View non ha le idee completamente chiare, tanto da aver richiesto, a quanto pare, l’aiuto di alcuni tester.

Uno di questi ha postato su Mobile-Review, una recensione completa di Google Pixel 3 XL, confermando i tanti rumor circolati in Rete nelle ultime settimane, ma aprendo a nuovi interrogativi. Iniziamo però dalle certezze, con uno schermo enorme (6,7 pollici con risoluzione QHD) con un notch dalle dimensioni decisamente esagerate, che a quanto pare può essere “nascosto” via software.

L’unità provata dal blogger russo è una versione di pre-produzione, ma il modello finale non dovrebbe avere particolari differenze. Stupisce quindi la presenza della plastica ruvida nella cover posteriore, che stacca decisamente in corrispondenza della giunzione con la parte in vetro utilizzata nella zona del comparto fotografico, dotato di una singola fotocamera posteriore. Sotto alla scocca niente sorprese, con Snapdragon 845, 4 GB di RAM e 64 GB di memoria interna, ovviamente non espandibile come da tradizione Google.

L’impatto del notch, secondo l’utente, è decisamente forte, essendo molto più alto rispetto a quello visto sui modelli della concorrenza, iPhone X in primis, e Google sembra un po’ aver smarrito il contatto con la realtà, con un modello che non porta alcuna innovazione e sembra un Pixel 2 XL rivisitato.

L’assenza di una doppia fotocamera posteriore, di uno zoom ottico e le possibilità di sfocatura messe a disposizione da un sensore secondario si fanno sentire, tanto che la qualità sembra rimasta quella di Pixel 2. Messe a confronto con gli scatti eseguiti da Huawei P20 ProSamsung Galaxy Note 9, le foto di Google Pixel 3 XL non convincono completamente, pur rimanendo di buona qualità. Qui sotto potete vedere alcuni sample, mentre visitando la fonte potrete vedere gli scatti comparati con quelli ottenuti con P20 Pro e Galaxy Note 9

Anche lo schermo convince fino a un certo punto: il pannello OLED risulta molto definito ma non particolarmente luminoso, specialmente sotto la luce del sole. Presente infine la modalità Ambient Display, decisamente utile in molte situazioni. La batteria infine, sembra sufficiente per coprire una giornata lavorativa, ma trattandosi di un prototipo è difficile fare valutazioni definitive.

Ora però arriva la parte più interessante dell’intera vicenda. Sembra che il prototipo in questione sia stato inviato ad almeno una dozzina di utenti, per valutarne le reazioni e agire di conseguenza. A quanto pare dopo l’acquisizione di parte del team di sviluppo di HTC, a Mountain View hanno iniziato a lavorare a sette diversi smartphone, uno dei quali è un modello con schermo flessibile previsto per il 2020.

Oltre ai due Pixel di terza generazione, di cui sentiamo da tempo parlare, ci sarebbero quattro modelli in lavorazione e, sorpresa delle sorprese, due di essi sarebbero già pronti per entrare in produzione e arrivare sui mercati dopo l’annuncio di ottobre.

Rispetto al modello testato, il sostituto di Google Pixel 3 XL avrebbe un sistema di sbocco col volto e con l; iride integrato nel notch, nuovi altoparlanti stereo, una doppia fotocamera posteriore con una intelligenza artificiale completamente rinnovata, nessun tasto meccanico, riprendendo quanto visto con HTC U12+, un’evoluzione dello Snapdragon 845 con una nuova GPU e il supporto a un nuovo sistema di realtà virtuale che però arriverebbe solo nel 2019.

Il design sarebbe molto simile a quello che vedete nelle immagini di questo articolo, ma potrebbe utilizzare uno chassis diverso, con materiali diversi. E potrebbero essere commercializzati con nomi diversi, abbandonando la dicitura Pixel, sottolineando quindi un taglio con il passato come accaduto in occasione dell’abbandono della linea Nexus.

Una situazione dunque che ha preso una piega imprevista e assolutamente inaspettata: Google ha dunque creato due dispositivi dei quali non è assolutamente convinta, o lo ha fatto per misurare le reazioni degli utenti, approntando soluzioni alternative da utilizzare nel caso di una risposta negativa?

Al momento da Mountain View non arrivano informazioni ufficiali, ma se queste informazioni dovessero essere confermate ci troveremo di fronte a un colpo di scena che in pochi avrebbero potuto prevedere. D’altro canto la posta in gioco è molto alta, e un insuccesso dei propri smartphone di punta potrebbe essere un duro colpo anche per un colosso come Google, abituato invece a dominare il mercato.