Justin O’Bierne potrebbe essere definito come una sorta di moderno cartografo. Ha creduto a lungo che il futuro della realizzazione delle mappe dovesse intrecciarsi con la tecnologia. Nel corso della sua carriera, una tappa significativa lo ha visto lavorare a Cupertino, dando il proprio contributo alla piattaforma Apple Maps.

O’Bierne, però, è anche un blogger molto attivo e non disdegna affatto parlare in pubblico, basti ricordare il suo intervento su come modellare mappe digitali per migliorarne la fruibilità, in occasione del Google I/O del 2011.

Sul suo sito web, gli piace fare resoconti dei progressi delle varie app di mappe, effettuando confronti con le versioni precedenti e tra di loro. Il suo ultimo post esamina in maniera approfondita Google Maps, per evidenziare come e di quanto abbia ormai superato il livello dei propri competitors. Se la semplice constatazione sembra alla portata di tutti, è nel motivarla adeguatamente che il contributo di Justin O’Bierne si fa davvero utile.

Per spiegare che cosa Google stia facendo per poter essere considerata migliore rispetto ai concorrenti nel campo della realizzazione di mappe digitali, O’Bierne parte dal prendere in considerazione il quantitativo di dettagli che ciascun servizio è in grado di offrire. In qualità di utenti di Google Maps, ci sembrerà forse scontato quanto possa essere fedele alla realtà, ciò diventa particolarmente evidente quando si effettua uno zoom su un singolo edificio.

Google ha iniziato ad aggiungere edifici sin dal lontano 2007, è arrivata ormai ad un punto tale che persino le cittadine più piccole, con una popolazione inferiore ai 1000 abitanti, possono usufruirne. Discorso analogo potrebbe essere fatto per gli edifici di minori dimensioni.

A questo proposito, è decisamente diversa la situazione di Apple, che ancora non ha gli edifici in numerose città, anche di dimensioni importanti, né permette di distinguere adeguatamente gli spazi verdi. Non solo Apple, comunque, rimane così indietro su questo aspetto, anche Bing, Here, TomTom, Mapbox ed altri faticano a tenere il passo di Google e non riescono a garantire un livello di dettagli paragonabile.

Anche nel caso di concorrenti che hanno gli edifici, non sono in alcun modo dettagliati ed accurati come quelli di Google. Nel caso di Big G, spesso si riescono a vedere le forme esatte degli edifici, complete di ulteriori particolari come condizionatori, antenne satellitari, che fanno apparire i lineamenti del servizio di Apple quasi rudimentali.

Il team di Google Maps ha iniziato per primo questo processo, aggiungendo, sin dal 2012, 1000 punti di riferimento resi accuratamente.

Le stesse tecniche algoritmiche di visione artificiale delineate da Google vengono ora sfruttate per tutte le tipologie di edifici. La parte sorprendente è che Google ha usato le stesse immagini aeree che ha già catturato per raggiungere simili risultati. Ha aggiunto edifici curati nel dettaglio persino in piccole città che non sono ancora state del tutto esplorate dalle auto di Street View, dimostrando la netta superiorità di Google Maps rispetto alla concorrenza.

Il post di O’Bierne prosegue lodando Google per aver usato speciali ombreggiature per evidenziare le “aree d’interesse” (AOIs) a differenti livelli di zoom, evitando un uso eccessivo di etichette. L’uso di una combinazione di edifici e dati relativi ai luoghi, permette a Google di generare le AOIs tramite algoritmi, con una stupefacente accuratezza.

Aggiungendo a tutto ciò i dati di Street View si comprende quanto sia straordinario il risultato di Google Maps, reso possibile solo comprendendo e combinando vaste quantità di differenti datasets, di cui solo Google è capace ad un tale livello. Solo Big G infatti possiede tutti gli ingredienti ed il know-how per mettere insieme il tutto.

O’Bierne si spinge oltre, analizzando le sfide che Apple e gli altri competitors dovranno superare per provare a colmare il gap relativo alle mappe. Secondo una sua stima, Google sarebbe circa 6 anni avanti rispetto ad Apple nella raccolta di dati per le AOI, ciò grazie al progetto “Ground Truth” portato avanti dal 2008. Procede con delle speculazioni circa altri progressi che Google potrebbe compiere con i dati di cui dispone, come ad esempio la guida autonoma.

Ricavando dati da altri dati, Google si è presa una leadership nella cartografia digitale tanto forte, che sembra difficile anche solo immaginare qualcuno in grado di intaccarla. Insomma, se finora avete apprezzato Google Maps e lo avete scelto convinti della sua superiorità rispetto a servizi simili, da oggi ne avete un’ulteriore conferma.