Qual è il migliore assistente smart in “ambito medico”? Google Assistant secondo uno studio pubblicato su Nature Digital Medicine.

A provarlo troviamo Yan Fossat, membro a capo della ricerca nonché dirigente del Klick Health Lab, e Adam Palanica, uno scienziato e comportamentista dell’università di Waterloo, i quali hanno messo alla prova gli assistenti vocali dalla fine del 2018 alla prima metà dello scorso gennaio.

Alla base di tutto ciò c’è questo metro di paragone: sono state formulate delle richieste a Google Assistant, Amazon Alexa e Siri relative a dei farmaci in commercio tipo “Parlami di …”. E ne è risultato che l’assistente vocale di Google è riuscito a comprendere il 92% dei farmaci di marca e l’84% generici, seguita dai rispettivi 58% e 51% di Siri e dai 55% e 46% di Alexa.

We reviewed all the literature, and identified this one area of medication comprehension that is under studied. It’s especially important to research these voice assistant tools, given the growing demand for them in health care“. Così ne ha parlato Yan Fossat durante un’intervista tenuta dalla CNBC.

Essendo ormai strumenti alla portata di tutti, diventa oggi come oggi molto importante appurare la veridicità delle informazioni che mezzi del genere consentono di diffondere. E anche in questo ambito l’assistente di Big G pare se la stia cavando bene vista la buona figura registrata da uno studio tenuto da Loup Ventures.

In quell’occasione, su 800 domande distribuite in cinque categorie differenti Google Assistant le ha comprese tutte azzeccandone circa l’88%, laddove Siri non ha superato quota 74,6%, meglio comunque del 72,5% di Amazon Alexa e soprattutto del 63,4% di Cortana. Insomma, ottimo lavoro Google!