Dopo che una soffiata anonima di un trascrittore ha permesso alla danese VRT News di ascoltare il contenuto di alcune registrazioni dell’assistente Google, l’azienda californiana ha deciso di mettere in chiaro come vengono utilizzati gli snippet audio e quali siano le politiche riguardanti la privacy degli utenti in atto. Come rivelato ieri, Google fa trascrivere ed analizzare lo 0,2% delle registrazioni audio provenienti dagli assistenti Google di tutto il mondo a degli esperti linguisti ed utilizza il loro lavoro per migliorare le capacità dell’algoritmo alla base di “Ok Google”.

Gli audio sono dati ai trascrittori senza alcuna correlazione alle informazioni personali di chi sta parlando; naturalmente può capitare che il contenuto ne riveli alcune, ma questo è sostanzialmente inevitabile. Google ha anche rassicurato di aver messo in piedi molti strati di sicurezza per prevenire il maggior numero possibile di falsi positivi (leggi “attivazione dell’assistente senza le parole chiave Ok Google”): inoltre, ci sono varie politiche di segretezza che coinvolgono i trascrittori ed il loro lavoro, ma evidentemente “non sono abbastanza stringenti” dato l’accaduto. Il colosso californiano ha quindi confermato il leak di dati pervenuto a VRT e che le investigazioni sono già cominciate per scovare il colpevole.

Le registrazioni trapelate sono nell’ordine del migliaio, che non sono esattamente poche in assoluto ma lo sono invece se considerate relativamente all’enorme mole che costituisce lo 0,2% dedicato al miglioramento dell’assistente. Oltre all’investigazione è stato anche cominciato un processo di revisione delle politiche relative alla privacy per prevenire future “cattive condotte” dei trascrittori.

Nel proprio blog Google ci tiene anche a ricordare che è possibile modificare e controllare tutti gli aspetti dell’Assistente nelle impostazioni del proprio account: si può infatti disattivare completamente il salvataggio di ogni registrazione o decidere di cancellarle in automatico dopo 3 o 18 mesi.