Il notch, o la tacca, è forse uno dei tratti maggiormente distintivi degli smartphone lanciati tra la fine del 2017 e il 2018; amato da molti, odiato da tanti, il notch sembra essere oramai diventato una caratteristica di tendenza, oltre che funzionale, sebbene non scelta da tutti. Ma perché alcune aziende hanno deciso di scegliere questa soluzione nei propri dispositivi? Se vi siete mai posti questa domanda oggi abbiamo per voi una risposta, almeno per quanto riguarda ASUS.

Abbiamo infatti avuto l’opportunità di parlare di notch – e non solo – con Fulvio Fiorentino, PR & Influencing Specialist di ASUS, azienda fresca del lancio dei nuovi ASUS ZenFone 5 che, come ben saprete, mostrano una larga tacca sulla parte frontale.

Il notch: soluzione obbligata o scelta stilistica?

Per ASUS entrambe le motivazioni sono valide, e hanno portato la tacca sugli ultimi ZenFone 5; grazie al notch, infatti, ASUS è riuscita a sfruttare maggiormente l’area del display, inserendo un pannello 19:9 da 6,2 pollici in uno chassis da 5,5 pollici.

Nonostante questo, però, “il notch è una tendenza che non si può ignorare“, ci dice Fiorentino. Per molti utenti il notch è percepito come un’esclusiva di iPhone X, scopiazzata poi dagli altri produttori, ma iPhone non è stato il primo e ASUS non si è ispirata allo smartphone con la mela per il proprio dispositivo (l’idea del notch era viva in ASUS anche prima dell’uscita di iPhone X); sicuramente, ammette Fiorentino, iPhone ha segnato in qualche modo un cambio di tendenza.

Il feedback degli utenti è stato però il primo motore per ASUS nella decisione di utilizzare il notch. Per tutti quelli che lo odiano, ASUS ha previsto la funzione che permette di nascondere la tacca, sfruttando comunque la parte alta del display per le icone di stato, ad esempio.

Il notch sarà una caratteristica di transizione?

Se il notch non vi va a genio, sarete felici: per ASUS, non ci vorrà molto per vedere uno smartphone full screen, e per il notch la vita potrebbe essere breve (una soluzione potrebbe arrivare già nel breve-medio periodo). Fiorentino afferma che ASUS è al lavoro su questo punto, ma trattandosi ancora di una fase preliminare non ha voluto sbilanciarsi sulla prossima generazione di smartphone.

ASUS ZenFone 5: i nuovi smartphone con il notch come sono stati accolti dal pubblico?

Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti fino ad ora“, ci dice Fiorentino; la scelta di puntare inizialmente su una strategia che ha visto interessati solo lo shop online e gli ASUS Gold Store (22 rivenditori di terze parti in Italia che hanno questo riconoscimento perché offrono almeno l’80% di prodotti ASUS in negozio), ha permesso di puntare più sul servizio all’utente che sulla capillarità della distribuzione, con ASUS certa che l’acquisto presso qualcuno che conosce veramente il prodotto possa essere un valore aggiunto per il cliente.

Fiorentino ci aveva tenuto a sottolineare, durante la nostra intervista, come molto presto la disponibilità ufficiale di ASUS ZenFone 5 sarebbe stata ampliata ad altri canali di vendita, e infatti dal 21 giugno scorso ZenFone 5 è disponibile nei punti vendita MediaWorld e nello store online.

ASUS ZenFone 5: i punti di forza

Abbiamo chiesto a Fiorentino quali secondo lui sono i punti di forza dei nuovi ZenFone 5: ha deciso di puntare l’attenzione sull’intelligenza artificiale, definita come il futuro degli smartphone (questo sì che lo sarà, non il notch); oltre alla fotocamera, anche la suoneria e la batteria sono state coinvolte da questo processo intelligente: la prima è in grado di adattarsi in base all’ambiente in cui l’utente si trova (regolando il volume ad esempio), la seconda permette di sfruttare un processo di ricarica migliore, che si basa sulle abitudini dell’utente e che permette di regolare la carica di conseguenza (ecco che lo smartphone, sapendo quando andiamo a dormire e quando ci svegliamo, può decidere quando iniziare la ricarica per permetterci alla mattina di avere lo smartphone carico ma senza lasciarlo continuamente in carica per tutta la notte).

Non solo, perché ASUS ZenFone 5 ha puntato molto sull’audio: due altoparlanti stereo a 5 magneti, supporto ai file Hi-Res audio (24 bit 192 kHz), supporto alle cuffie DTS Headphone X e all’interno della scatola ecco un paio di auricolari compatibili Hi-Res audio.

Il notch: necessario, ma per poco

Insomma, dalla chiacchierata fatta con ASUS ci sembrano chiari due punti: il notch è qualcosa di necessario, al momento, se si vuole cercare di sfruttare al meglio lo spazio frontale del display, ma è allo stesso tempo una caratteristica che avrà vita breve; le prime soluzioni per sfruttare la parte frontale senza introdurre la tacca le abbiamo già viste, ASUS stessa è al lavoro per proporne, e l’addio al notch potrebbe non essere troppo lontano.

Qual è la vostra opinione sul notch? Un male necessario, una caratterista odiosa e insopportabile oppure un particolare di design e gradevole? Fateci sapere la vostra con un commento qui sotto.

Why notch ritorna la prossima settimana con un’altra azienda che ci dirà la sua su questo tema: continuate a seguirci!

Vai a: Recensione Zenfone 5: ASUS ha cambiato marcia, sappiatelo