Qualcuno in Xiaomi pensava che in un’era in cui tutto è alla portata di tutti la magagna sarebbe passata inosservata? Nel caso, complimenti per l’ingenuità. I fatti, comunque, raccontano che l’azienda si sarebbe appropriata indebitamente di alcune raffigurazioni di un artista per promuovere i propri prodotti in Spagna.

L’immagine incriminata la vedete in apertura, arriva dritta dritta dall’homepage del sito spagnolo di Xiaomi, da cui è stata rimossa (dovremmo considerarla un’ammissione di responsabilità?). Di seguito invece l’immagine che l’artista Peter Tarka ha elaborato nel maggio 2018.

Esatto, è praticamente identica.

Messe fianco a fianco, come in un Trova le differenze, si nota come nella seconda, oltre all’ovvia assenza dei prodotti Xiaomi, manchino la poltrona verde sulla sinistra e la lampada a sospensione sulla destra. Anche queste provengono da Tarka, nello specifico da altre due illustrazioni che l’artista ha realizzato per i concorrenti di LG ed inserite nel video in basso.

Interpellato dai colleghi di theverge.com, Tarka ha riferito di non essere stato contattato da alcun delegato di Xiaomi per l’utilizzo di immagini o parti di esse, “che corrispondono perfettamente con le mie: hanno solo giocato con la saturazione e ritoccato qualche elemento”. La GIF, del resto, lascia pochi dubbi…

Aggiornamento delle 17:00: Xiaomi ha comunicato di aver preso visione della cosa e di essere corsa ai ripari immediatamente scusandosi con Tarka e licenziando il designer incriminato con effetto immediato. Qui sotto la posizione ufficiale dell’azienda:

Dopo aver approfondito i commenti di Peter Tarka sull’uso improprio delle sue opere sul sito web di Xiaomi Spagna, l’azienda ha appurato che un designer ha usato le opere dell’artista senza permesso. Xiaomi ha immediatamente rimosso il contenuto dal proprio sito web. Ci scusiamo sinceramente con Peter Tarka per le lacune nel nostro processo di approvazione. Lavoreremo per rafforzare ulteriormente i nostri processi interni per evitare che ciò possa accadere di nuovo. Ci siamo già rivolti a Peter Tarka per esprimere le nostre più sincere scuse.