L’AGCOM ha sanzionato Vodafone e Fastweb per alcune imperfezioni presenti nei loro siti Internet, in particolare riguardanti la trasparenza tariffaria. I due operatori hanno infatti violato l’articolo 71, comma 1, del Decreto Legislativo del 1 Agosto 2003.
Per quanto concerne Fastweb, la home page del sito non presentava il collegamento alla pagina denominata “trasparenza tariffaria”, con l’elenco delle offerte vigenti. Tale elenco, con tutti i dettagli, era invece disponibile altrove, come si legge nell’ordinanza:
“L’elenco delle offerte vigenti è, infatti, riportato all’interno delle due versioni della pagina “trasparenza gestione contrattuale e privacy”, accessibili dal link “trasparenza e privacy” sito in cale alla home page del sito istituzionale della Società, in un’apposita area denominata “Trasparenza Tariffaria – Delibera n. 252/16/CONS.”
Oltre a ciò, le pagine dedicate ai privati e ai clienti business omettevano il collegamento ipertestuale ad alcune informazioni stabilite dal Codice, e le indicazioni sui costi di attivazione, disattivazione e recesso, non risultavano complete.
Fastweb si è difesa sostenendo che il link presentasse sì un nome leggermente diverso, ma che contenesse tutte le informazioni richieste dalla normativa. Inoltre, i costi di attivazione non risultavano completi in quanto alcune offerte non li prevedono. Entrambe le giustificazioni non sono bastate a convincere l’AGCOM, secondo la quale le modalità esplicative utilizzate non potevano essere valutate come “conformi alle prescrizioni previste” e che i costi di attivazione, anche se assenti, vanno specificati come tali. 87.000 euro l’importo della sanzione all’operatore.
Situazione simile per Vodafone, per la quale l’AGCOM ha riscontrato limiti e imperfezioni nelle pagine di trasparenza tariffaria del sito; più nello specifico, l’elenco delle offerte non riportava quelle dedicate alle piccole e medie imprese.
Inoltre, le pagine di trasparenza per i clienti privati e business non presentavano indicazioni su costi di attivazione, disattivazione e recesso, e in aggiunta risultava mancare la descrizione delle modalità di calcolo dei costi e degli elementi che li componevano. Inutile anche in questo caso la giustificazione addotta da Vodafone, che si ritrova a dover pagare una sanzione di 87.000 euro.