Mentre sembra procedere senza grossi intoppi la prima fase del matrimonio tra Wind e Tre, che devono ancora procedere alla fusione delle reti e all’unificazione del marchio, emergono i primi problemi per gli utenti che intendono effettuare la portabilità tra un operatore e l’altro.

Sulla carta non esiste nessun impedimento tecnico che possa rendere difficoltosa l’operazione, come invece sembrano sostenere alcuni dealer, secondo i quali la Joint Venture avrebbe reso impossibile la portabilità tra i due operatori.

In realtà il problema è di tipo economico ed è legato alle commissioni che i due operatori corrispondono alla loro rete di vendita in caso di portabilità da un altro operatore. Se in precedenza le MNP (portabilità del numero da un operatore a un altro) erano retribuite, la fusione tra le due società ha di fatto trasformato la portabilità in una operazione assimilabile al post vendita, solitamente non retribuito.

Sono diverse le testimonianze provenienti dalle reti di vendita secondo cui il passaggio da un operatore a un altro non genera compensi per i rivenditori, che (giustamente ndR) rifiutano l’operazione con scuse più o meno credibili. Se vi sembra un comportamento criticabile, provate a pensare se il vostro datore di lavoro si rifiutasse di pagarvi alcuni compiti che svolgete nella vostra giornata lavorativa.